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La Flc-Cgil riparte da Pantaleo

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Nessuna sorpresa dall’urna del “Palaliviera” diSan Benedetto del Tronto: Domenico Pantaleo è stato confermato segretario generale della Flc-Cgil. I delegati del Comitato direttivo della Flc-Cgil lo hanno eletto a larghissima maggioranza, nel corso della giornata conclusiva del secondo Congresso nazionale, lasciando solo pochi consensi all’ala più oltranzista del sindacato di via Leopoldo Serra.
Il sindacalista pugliese era diventato leader della Flc-Cgil un anno e mezzo fa, a seguito del passaggio di Enrico Panini (artefice nel 2004 dell’unione in un’unica organizzazione sindacale dei settori dell’istruzione, dell’università e della ricerca) alla segreteria confederale: durante il suo mandato il sindacato ha assunto una posizione sempre più critica nei confronti del Governo e degli altri sindacati. Una posizione concretizzatasi attraverso la mancata firma nell’ultimo contratto della scuola e la proclamazione di diversi scioperi senza il sostegno delle altre organizzazioni sindacali, anche confederali. Nelle stesso periodo il numero di iscritti e di Rsu è risultato in ascesa, raccogliendo probabilmente anche una parte del crescente malcontento dei dipendenti della scuola conseguenti a tagli e riforme imposte dal Governo. E poiché si tratta di provvedimenti che hanno colpito e colpiranno in prevalenza il personale non di ruolo, Pantaleo ha già annunciato la volontà di tornare a dare la parola ai protagonisti e di impegnarsi per vedere realizzato un piano straordinario per il reclutamento dei precari“. Un’intenzione non nascosta nemmeno dagli altri sindacati.
Ad inizio congresso Pantaleo aveva detto di essere interessato alla “ricerca continua di alleanze con i movimenti” all’esigenza di “aprire una riflessione sul rapporto, molto diverso dal passato, tra rappresentanza sociale e rappresentanza politica“. L’impressione, ad elezione avvenuta, è che ci siano tutte le premesse per un riavvicinamento alle altre sigle, soprattutto confederali. La scissione del resto ha prodotto, per tutti, risultati tutt’altro che esaltanti.