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La preside di un alberghiero: “Solo chi paga il cibo fa lezioni pratiche”. Gli studenti: “Diritto allo studio non garantito”

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Solo gli studenti che pagano un contributo economico alla scuola possono usufruire delle lezioni pratiche. Questa è la decisione di una dirigente scolastica di un alberghiero di Roma, l’Amerigo Vespucci, per far fronte ai recenti rincari di praticamente ogni genere di bene.

Quest’ultima ha parlato della questione a La Repubblica, “Il liceo alberghiero è una scuola trattata dalle istituzioni come tutte le altre, a livello economico, perciò sono io a dover provvedere all’acquisto del cibo. Nei giorni scorsi ho ricevuto un messaggio dall’amministrazione: con questi rincari si rischia seriamente il default e l’unico modo per proseguire è un aiuto da parte delle famiglie a meno che non si tratti di una situazione familiare gravissima”. Una decisione, a quanto pare, sofferta ma necessaria.

Per gli studenti è inaccettabile

Gli studenti, però, non ci stanno. Come sottolineano, visto che molte famiglie si trovano in difficoltà, non tutti gli studenti riescono a pagare questa retta. Chi non lo fa rimane di fatto escluso, aggiungono, senza veder garantito il proprio diritto allo studio.

In un indirizzo come l’alberghiero le lezioni pratiche, di cucina, sono fondamentali e imprescindibili. Senza “sporcarsi le mani” con il cibo i futuri chef assisterebbero solo a mere lezioni dimostrative. Lo scorso 14 novembre gli studenti hanno iniziato a protestare contro la situazione, che giudicano molto grave, contro le condizioni strutturali dell’istituto e i costi delle divise.

“Molte famiglie – si legge nella nota degli studenti – in questo periodo si trovano in una situazione economica complicata. Ciò non ha impedito l’emanazione di una circolare che fissava un ultimatum poco adeguato per il versamento del contributo volontario”.

La Rete degli studenti medi ha chiesto un intervento urgente da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito: “I laboratori pratici sono fondamentali ed è inammissibile che non vengano utilizzati. Che gli studenti siano sotto ricatto, o si paga il contributo volontario o non si hanno i materiali per studiare è inammissibile. Il governo faccia qualcosa: qui si tratta di diritto allo studio”.

Come emerge il merito in questo caso?

Questa faccenda si allaccia direttamente alla questione del merito: come si fa ad emergere se non si hanno i mezzi per partire dalla stessa posizione degli altri? In questo caso specifico, come fa un futuro chef a trovare la sua strada se non riesce a pagarsi il cibo da cucinare nelle ore di pratica a scuola?