Home Disabilità La scuola in ospedale si fa anche con tablet e Skype

La scuola in ospedale si fa anche con tablet e Skype

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“Oggi quando uno studente è costretto da una grave patologia a restare molti mesi lontano da scuola rischia di perdere il contatto con la propria classe. In molti ospedali il Miur offre il servizio di Scuola in Ospedale, con docenti dedicati, che inevitabilmente non può però restituire al ragazzo malato il rapporto con i suoi compagni e i suoi insegnanti.

Mentre sarebbe fondamentale che rimanesse il più possibile “insieme” ad essi, traendone un duplice beneficio, didattico e psicologico, con la possibilità di trovare anche risorse e motivazioni per affrontare la malattia e le cure. Oggi questo è possibile con le nuove tecnologie, grazie alle quali i lungodegenti possono collegarsi con la classe e seguire lezioni e attività scolastiche. E diventa una realtà se gli insegnanti della scuola di appartenenza e quelli di Scuola in Ospedale coordinano e integrano i propri sforzi, insieme costruendo un percorso personalizzato per lo studente lungodegente”.

Così viene presentato sul sito della Fondazione Agnelli il progetto sperimentale di Scuola in Ospedale Integrata, ideato e promosso dalla stessa Fondazione Giovanni Agnelli, con la collaborazione del reparto di Oncoematologia dell’Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM) di Torino, dell’USR Piemonte e delle unità di scuola ospedaliera dell’OIRM. Il progetto ha il supporto di Econocom Italia, che fornisce gratuitamente tutta la strumentazione tecnologica necessaria, e l’assistenza volontaria dei tecnici informatici di Exor SpA.

La prima fase pilota del progetto si è svolta già lo scorso anno scolastico, nel mese di marzo 2015, con la partecipazione di due studenti delle superiori, una studentessa delle medie, un alunno della primaria, tutti colpiti da patologie oncologiche.

Sia durante i periodi di degenza in ospedale sia a casa in convalescenza o in attesa di nuove terapie, i ragazzi hanno potuto partecipare attivamente alla vita della classe, grazie ai tablet donati dal progetto e a un collegamento via Skype.

Dopo questa esperienza, i promotori del progetto hanno avviato una riflessione sulla necessità di considerare gli studenti lungodegenti un caso specifico di Bisogno educativo speciale (BES). Questo significa che servono, per tutto il periodo della malattia, risorse aggiuntive (non solo umane, ma anche didattiche e tecnologiche), oltre all’elaborazione di un piano didattico personalizzato (PDP).

Il progetto proseguirà all’OIRM di Torino anche in questo anno scolastico e verrà implementato, coinvolgendo anche studenti affetti da patologie diverse da quelle oncologiche, ad esempio, neuropsichiatriche e pneumologiche.