Home Attualità La scuola riparte o è in stato di default?

La scuola riparte o è in stato di default?

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Dopo l’illusione del decreto n. 104/2013, definito con il nome “l’istruzione riparte”, dove si davano, anche se deboli ed insufficienti, i primi segnali d’investimento sul capitolo di spesa istruzione, e dove si disponeva, dopo anni di tagli indiscriminati, un cambio di rotta su tutto il settore della conoscenza, arriva in questi giorni l’emergenza salariale, nodo politico che coinvolge pesantemente tutto il personale scolastico. Questa emergenza salariale infatti, colpisce tutti i lavoratori della scuola, a partire dai dirigenti scolastici, proseguendo con gli insegnanti e terminando con il personale amministrativo, tecnico e ausiliario. 
Le dichiarazioni del ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza durante l’audizione in commissione Istruzione al Senato sugli automatismi stipendiali del personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) sono allarmanti, tanto da farci pensare ad una scuola che non riparte affatto, ma che piuttosto si trova in uno stato di rischio default. Infatti bisogna ricordare che si è in stato di default quando si è nell’incapacità tecnica di rispettare le clausole contrattuali economiche previste dalle tabelle allegate al contratto, nel caso della scuola l’emergenza salariale, che vede tutti i dipendenti della scuola pubblica penalizzati, sia nel salario corrente che in quello accessorio è un evidente segnale che la scuola è a rischio default. 
Ma sono le stesse parole del Ministro, che sono una “excusatio non petita, accusatio manifesta”, ad allarmarci profondamente. Infatti la Carrozza in riferimento alla questione del pagamento degli scatti di anzianità, ha precisato: “non disponiamo di risorse aggiuntive e libere per il pagamento degli scatti, per i quali servono ingenti risorse”. Il Ministro ha puntualizzato che per procedere al pagamento degli scatti, solo per il recupero dell’anno 2012, mentre il 2013 resta ancora bloccato, si dovrà prelevare ancora dal fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Questo è una chiara ammissione di uno stato di default del nostro sistema scolastico, che non è più in grado di sostenere economicamente le attuali norme contrattuali, che tra l’altro sono scadute da lungo tempo. Queste nefaste dichiarazioni, contrastano con quanto richiesto al Miur da alcuni sindacati, come ad esempio la Flc-Cgil, la Gilda insegnanti. 
Le richieste sono nette e precise, si parte con il richiedere il rinnovo economico e normativo del contratto nazionale, risorse aggiuntive per gli scatti di anzianità in modo da non azzerare il Mof, il pagamento indennità di funzioni superiori e di reggenza dei Dsga, il regolare pagamento dei supplenti temporanei e monetizzazione delle ferie e la difesa del salario di posizione dei dirigenti scolastici. Tutte richieste legittime e doverose quelle che provengono da parte sindacale, ma lo stato comatoso delle scarse risorse economiche del Miur non lasciano intravedere nulla di buono, anzi su viale Trastevere si stanno addensando nuvoloni che minacciano la poltrona del Ministro Carrozza.