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La vicenda in Sicilia dell’assistenza igienico personale agli alunni che ne hanno necessità

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Qualche giorno fa a Palermo sono scesi in piazza gli Assistenti igienico personale degli studenti disabili della Sicilia. Protestano perché anziché essere stabilizzati, come speravano (dopo l’interruzione dovuta al lockdown) si profila per molti di loro la non riconferma dell’incarico, in quanto il servizio di assistenza dell’igiene personale di quegli alunni diversamente abili che hanno bisogno di tale supporto dovrebbe passare ai collaboratori scolastici. Una vicenda che ha risvolti “complessi”.

L’art 47 del Ccnl 2007 (a cui si rifanno i contratti collettivi seguenti) parla in realtà per l’area A del personale Ata di “assolvimento dei compiti legati all’assistenza alla persona, all’assistenza di base agli alunni diversamente abili e al primo soccorso”. Ma è nella Tabella A – Profili di area del personale Ata che si precisa per l’area A (quella appunto dei collaboratori scolastici), tra le altre varie mansioni assegnate, che “presta ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche, all’interno e nell’uscita da esse, nonché nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale anche con riferimento alle attività previste dall’art. 47”.

A tal fine se non vi è nella scuola personale con formazione specialistica, per l’assistenza igienica occorre un incarico del dirigente scolastico, trattandosi appunto di attività specialistica. In tal senso vengono presi in considerazione corsi formativi di 40 ore per collaboratori scolastici, per i quali per lo svolgimento della mansione di cui si parla è prevista l’assegnazione di un contributo economico di circa 1.000 euro lordi annui. Il problema si pone nel momento in cui non si trovano “volontari” o non è disponibile sufficiente personale per motivi “organizzativi”: nel secondo caso il dirigente comunicherà e motiverà l’impossibilità e dovrebbero intervenire gli enti locali preposti, nel primo caso invece il Ds è tenuto ad assegnare l’incarico (ma nel frattempo che bidelli e bidelle – ovviamente servono gli uni e le altre in base al sesso dell’alunno/a bisognoso/a di assistenza igienico personale – completano i corsi, che spesso non sono neppure iniziati, chi si occupa di tale servizio? E’ possibile affidarlo, magari tramite un semplice “ordine di servizio” a personale non formato?).

L’intervento di Salvo Mavica, segretario organizzativo regionale Federazione Uil Scuola Rua Sicilia

Ma c’è anche chi mette in dubbio che quel passaggio nella Tabella contrattuale dove si legge “nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale” indichi che bisogna comprendere il cambio del pannolino o la pulizia dopo aver utilizzato i servizi igienici in quanto operazioni sicuramente molto delicate e intime da non poter rientrare nel profilo professionale.

Salvo Mavica, segretario organizzativo regionale Federazione Uil Scuola Rua e responsabile territoriale Uil Scuola città metropolitana di Catania, afferma che si tratta di un “tentativo di traslare, inopinatamente e senza giusta causa, obblighi definiti a carico degli Enti locali al personale scolastico”.

Il segretario organizzativo regionale della Federazione Uil Scuola Sicilia evidenzia che “non è trascurabile che tra l’altro l’organico dei collaboratori scolastici, decimato nel corso degli ultimi anni al pari di quello dei docenti, è insufficiente per le normali incombenza aldilà dell’attuale terribile emergenza che invero è stata affrontata da questo personale senza sottrarsi alla grande mole di lavoro che ha dovuto sostenere in questa fase delicatissima”.

Sul tema dell’assistenza igienico personale agli alunni con handicap, facendo riferimento alla situazione della Sicilia – che ricordiamo è Regione a “statuto speciale” – Mavica aggiunge: “osservo che la Regione siciliana a seguito della Legge regionale 24/16 ha in carico, attraverso l’Assessorato alla famiglia, lo stanziamento delle risorse tra l’altro anche per l’assistenza igienico sanitaria. Nel 2004 la Legge regionale 15/04 ha assegnato il compito di assistenza igienico-personale ai Comuni. Ed ancora, i Comuni, per legge, hanno anche il compito di pagare gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione, nelle scuole del primo ciclo, come da Legge 104/92 (articolo 13, comma 3)”.

Il sindacalista della Uil Scuola vuole mettere in rilievo che si tratta di leggi ancora vigenti. E viene ricordata anche la legge della Regione Sicilia 20 giugno 2019, n. 10 (Disposizioni in materia di diritto allo studio) nel cui art. 16 (Interventi rivolti ai soggetti con disabilità) si legge: “La Regione, per assicurare l’accesso e la frequenza del sistema educativo, collabora con gli enti locali, le competenti istituzioni e gli specialisti del settore per assicurare la fornitura di specifici ed adeguati servizi di trasporto, di materiale didattico e strumentale, nonché dei servizi di assistenza specialistica previsti dalla legge n. 104/1992 e di assistenza igienico-personale, così come previsto dalla legge regionale 5 novembre 2004, n. 15 e dall’art. 6 della legge regionale 5 dicembre 2016, n. 24 e successive modifiche ed integrazioni”.

“Questi servizi (come li definisce la stessa normativa vigente) sono essenziali per questi ragazzi – prosegue Salvo Mavica – i quali, per frequentare la scuola, oltre al docente di sostegno hanno bisogno sia del trasporto, perché a seconda delle tipologie di disabilità e delle condizioni delle famiglie necessitano di essere accompagnati con mezzi appositi a scuola, sia dell’assistente igienico-personale dedicato che, oltre alla cura dell’igiene, assista appunto lo studente durante la ricreazione, nelle attività di laboratorio, all’ingresso e all’uscita da scuola, durante le gite scolastiche, ecc.”. Poi precisa il suo punto di vista: “l’obbligare i collaboratori scolastici a frequentare ‘un corso formativo’ prima di tutto non equivale a ‘specializzarli’ (gli operatori esterni delle Cooperative che sino allo scorso anno avevano in Sicilia garantito il servizio, tramite l’intervento di Comuni o Province/Città metropolitane, dovrebbero aver effettuato corsi della durata compresa fra le 600 e le 900 ore, n.d.R.) e poi la nota diramata recentemente del direttore dell’Usr Sicilia esula, a nostro modesto avviso, le sue prerogative, trattandosi di indebita incursione su materia contrattuale né tampoco la si può considerare ‘interpretazione autentica’”.

Il parere del Cga e la posizione del competente assessorato della Regione Sicilia

Che quello dell‘assistenza igienico personale nelle scuole di ogni ordine e grado, e soprattutto dell’attribuzione delle relative mansioni, sia un “tema caldo” non è certo una novità, anche a livello nazionale. In Sicilia il “contendere” sulle attribuzioni di tale incarico è emerso con più forza dopo il parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa (Cga) per la Regione Siciliana, n. 115 del maggio scorso, con il quale si afferma che anche in Sicilia la competenza in materia di erogazione del servizio igienico personale in favore degli alunni con disabilità permane in capo allo Stato che deve provvedere per il tramite dell’Amministrazione scolastica facendo riferimento al contratto nazionale di lavoro.

Da parte sua, però, poco meno di un paio di mesi fa la Regione siciliana aveva comunicato di aver comunque trasferito alle ex Province 12,7 milioni di euro per le attività di assistenza agli alunni con disabilità fisiche o sensoriali nelle scuole di istruzione secondaria di II grado, con particolare riguardo ai servizi di trasporto, di convitto e semiconvitto, ai servizi negli ambiti igienico-personale, comunicazione extra scolastica e autonomia e comunicazione.

“Si tratta delle somme necessarie per continuare il servizio da settembre a dicembre prossimo  – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone  – sull’ambito igienico personale, dopo il recente parere del Cga, grazie alla delibera approvata dalla Giunta a fine luglio saremo nelle condizioni di garantire servizi aggiuntivi, integrativi e migliorativi per prestare un’assistenza adeguata agli alunni disabili”, come riportato anche sul sito “lasiciliaweb.it”.

E il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci aveva aggiunto: “una cosa è la decisione della magistratura amministrativa, che rispettiamo, altra cosa è la realtà dei fatti. Le scuole in Sicilia non hanno personale specializzato a sufficienza per assicurare un servizio così particolare ai disabili. Si esca fuori da ogni ambiguità e ci dicano le autorità scolastiche come stanno realmente le cose nell’Isola. Non vorrei che all’apertura delle scuole gli studenti disabili dovessero trovarsi senza personale e senza quegli assistenti che negli anni hanno prestato con scrupolo tale servizio. Anche perché di tutto abbiamo bisogno, tranne che di nuovi disoccupati”, riferendosi evidentemente agli operatori esterni alla scuola (circa 2.000) che sono stati impegnati nel servizio di assistenza igienico personale degli alunni che ne hanno bisogno.

Per le scuole del primo ciclo la situazione sembra sbloccarsi nel capoluogo etneo

Intanto la situazione sembra sbloccarsi per le scuole del primo ciclo del Comune di Catania, il quale con un comunicato diramato ieri  ha fatto sapere che con la ripresa delle attività scolastiche l’assessorato comunale ai Servizi sociali ha adottato gli atti propedeutici finalizzati alla erogazione dei servizi in favore degli alunni disabili frequentanti la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e che contestualmente alla ripresa delle lezioni presso alcune istituzioni scolastiche sarà immediatamente attivato il servizio di assistenza igienico-personale per una platea di 480 alunni.

Nelle altre scuole del primo ciclo (di competenza quindi comunale) che avvieranno le lezioni giovedì 24 settembre, lo stesso servizio per i disabili partirà in parallelo alla presenza degli alunni in classe. Il servizio Asacom, di assistenza autonomia e comunicazione, sarà attivato invece dall’1 ottobre con 460 alunni beneficiari. “Dopo settimane di incertezze in ordine alle competenze – ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo – l’amministrazione comunale nonostante la condizione di dissesto finanziario, nell’ottica dell’integrazione dei soggetti svantaggiati, svolgerà compiutamente i propri compiti istituzionali per garantire tutti i servizi aggiuntivi e migliorativi destinati ai soggetti fragili. Giova sottolineare che nei patti firmati con gli enti e gli specialisti che dovranno effettuare i servizi sono state introdotte le indicazioni e prescrizioni per l’adozione di tutte le misure per la prevenzione anticovid”.

Doverosamente ringraziamo l’assessore Lombardo per quanto adottato e comunicato nei modi e nella tempistica utile dimostrando vera prontezza, competenza e lungimiranza”, ha sottolineato il responsabile territoriale Uil Scuola città metropolitana di Catania, Salvo Mavica, che ha aggiunto: “ci aspettiamo che tutti i Comuni e la Città metropolitana ottemperino parimenti in forza ed applicazione della Legge regionale 24/2016”.

“Il problema dell‘assistenza igienico-personale nelle scuole di ogni ordine e grado – continua Mavica – in Sicilia è effettivamente annosa, già da tempo; Comuni e Provincie in passato talvolta hanno rilevato problematiche per presunta carenza di finanziamenti ma per amor del vero hanno poi ottemperato. E’ doveroso anche dire che spesso presso le scuole non sono scattati  atteggiamenti pregiudiziali trovando accomodamenti, anche se non dovuti, proprio perché la comunità educante, non lascia mai indietro nessuno, cosa che non accade da parte della cabina di regia nazionale a conduzione della Ministra, brava solo a trovare i cattivi e colpevoli per tutte le non adempienze; intanto continua a non riconoscere i sindacati come rappresentanti dei lavoratori del mondo della scuola”.

Permangono problemi anche per vedere assegnate tutte le cattedre di sostegno, con carenze di organico peraltro generalizzate

Una “stoccata” quella di Mavica forse dovuta ai tanti problemi, alle tante carenze (a cominciare dagli organici, da un personale numericamente non adeguato, anche per quanto riguarda il sostegno) rilevati in questo inizio dell’anno scolastico, nonostante le affermazioni rassicuranti e in certi casi… entusiastiche (contro ogni evidenza, soprattutto se si tiene conto delle premesse e “promesse” di qualche mese fa ma anche di alcune settimane fa, come documentato pure da diversi articoli pubblicati ieri e oggi su questa testata) pervenute da alte cariche ministeriali (in primo luogo la Ministra dell’istruzione) e anche da parte del Presidente del Consiglio.

Infine, sull’argomento dell’assistenza igienico personale, il dirigente regionale della Uil Scuola ci tiene molto a fare notare che, dal suo punto di vista, “questi delicati servizi non possono che essere svolti da questo personale specializzato e che ogni altra  ‘soluzione’ nega di fatto la garanzia dell’assistenza dedicata ed esclusiva a soggetti che per vivere ‘normalmente’ ne abbisognano in ogni ambito della vita”.

C’è chi ritiene che preliminarmente spetti proprio ai collaboratori scolastici occuparsi dell’assistenza igienico personale

Ma occorre segnalare che diversi osservatori la pensano in modo differente, tra questi Salvatore Nocera, presidente del comitato dei garanti della Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che, ricordando anche il parere del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana espresso nel maggio scorso, segnala che “anche in Sicilia si è stipulata un’Intesa , il 23 giugno 2005, fra Regione siciliana, Anci ed Upi regionali, Sindacati, nonché il Forum del terzo settore ed il Coordinamento delle associazioni regionali di persone con disabilità e loro familiari, nella quale si ribadisce il carattere suppletivo di ricorso agli Enti locali poiché si riconosce preliminarmente l’applicazione del Ccnl del 2003 (antecedente anche a quello già citato del 2007, n. d. R.) che pone a carico dei collaboratori scolastici e delle collaboratrici l’obbligo di svolgere l’assistenza scolastica con l’obbligo di frequentare un apposito corso di aggiornamento di circa 40 ore, previo incarico del dirigente scolastico che deve assegnare un contributo economico di circa 1.000 euro lordi annui, assegnati appositamente dall’Ufficio scolastico regionale”.

E Nocera fa pure notare che “la Cassazione con sentenza n. 22786/2016 ha condannato delle collaboratrici scolastiche al risarcimento dei danni cagionati a due alunne con grave disabilità per essersi infettate a causa del loro rifiuto di adempiere l’ordine di servizio del dirigente scolastico di assisterle a livello igienico”, aggiungendo: “è infine da tener presente che i rispettivi obblighi dei dirigenti e dei collaboratori scolastici sono anche perseguibili penalmente in caso di inosservanza da parte loro, come dimostra la stessa sentenza della Cassazione che ha assolto dalla condanna penale per inosservanza dei doveri di ufficio le collaboratrici scolastiche solo perché il reato era caduto in prescrizione”.

Non entrando nel merito della materia dal punto di vista strettamente normativo e contrattuale, sorge però spontanea la domanda se un operatore scolastico, con limitata formazione, possa essere in grado di gestire e garantire l’assistenza dell’alunno con patologie multiple e complesse. Questo è uno dei punti su cui fanno perno coloro che ritengono che l’assistenza igienico personale dovrebbe essere garantita, senza soluzione di continuità, dal personale che ha svolto il servizio in quanto operatore Osa o Oss (questi ultimi ad esempio nel caso di convitti) in possesso di specifico attestato professionale, riconosciuti dalla Regione siciliana.

Tra l’altro apprendiamo da un docente di sostegno che sinora erano le stesse famiglie che quasi sempre concordavano a quale Cooperativa affidarsi in ambito scolastico, così da garantire una continuità dell’operatore o dell’operatrice igienico personale del proprio figlio o della propria figlia, in un contesto di conoscenza, di fiducia e magari di serenità anche psicologica, importante soprattutto per le famiglie e gli stessi bambini o ragazzi.

L’essenziale è che a “rimetterci” non siano i più “svantaggiati”, famiglie e alunni che hanno bisogno dell’assistenza

E poiché l’Assessorato regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro ha annunciato  che nessuna risorsa sarà ridotta alle Città metropolitane ed ai liberi consorzi dei Comuni siciliani, affinché si continuino a garantire servizi migliorativi ed integrativi, aiutando quelle strutture scolastiche che ne faranno richiesta, come leggiamo in un articolo pubblicato sul sito “QdS.it”, l’Anffas Onlus Sicilia, associazione di famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, chiede che, a prescindere da chi saranno gli erogatori del servizio igienico personale a favore degli alunni con disabilità, quanto meno lo stesso “sia garantito ad ogni studente/ssa con disabilita avente necessità, dal primo all’ultimo giorno di scuola, senza interruzione, senza contrazioni, e per tutto l’orario di permanenza a scuola della persona”. Pertanto Anffas Onlus Sicilia invita ciascuna amministrazione ed ente, “entro l’ambito di propria competenza, a porre in essere quanto necessario a rendere pienamente fruibile il suddetto servizio già a partire dall’ inizio del nuovo anno scolastico”.

Perché alla fine a rimetterci non siano come al solito soprattutto i più “deboli” che magari potrebbero vedersi costretti a rimanere a casa sin quando il problema non venga risolto!