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Le attività CESP-COBAS con i minori migranti

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Il CESP (Centro studi Scuola pubblica), la struttura dei COBAS che svolge da circa 20 anni attività sociale, culturale e di formazione, ha costituito cinque Laboratori Scuola-Società sui seguenti temi: carceri; disagio psichico/ medicalizzazione di giovani e adulti; ambiente; razzismo e migranti; omofobia/violenza contro le donne. Il Laboratorio Migranti, in particolare, sta lavorando sul progetto Minori migranti per intervenire concretamente in alcune situazioni di disagio estremo, per modificarle evitando di teorizzare il cambiamento senza la pratica diretta, e contribuendo all’inclusione e all’autonomia dei minori migranti e dei minori stranieri. Attraverso l’analisi dei bisogni concreti e delle reali situazioni di indigenza ed esclusione sociale dei giovani migranti e stranieri, si intende offrire opportunità educative, lintegrazione in reti e relazioni sociali solide e, laddove possibile, anche l’inserimento lavorativo di medio-lungo periodo, insieme a soluzioni abitative adeguate. Obiettivi e finalità proprie del progetto sono quelle di innalzare il livello generalmente basso di istruzione dei minori migranti, superando le difficoltà di accesso a opportunità educative adeguate e la scarsità di offerte culturali, attraverso le quali, invece, bisognerebbe essere capaci di rafforzarne identità, aspirazioni e senso di fiducia verso il futuro.

Il ruolo delle Scuole, delle Biblioteche e del Teatro

Le azioni previste comprendono l’attivazione di servizi integrativi dentro e fuori le scuole, attraverso tavoli di programmazione territoriale; incontri istituzionali sul contrasto alla povertà educativa, attraverso i quali prevedere protocolli, accordi di rete o convenzioni; la costituzione di specifici laboratori didattici, e in primo luogo:

a) la Biblioteca scolastica quale spazio di apprendimento;

b) Il Teatro oltre il teatro, ossia laboratori articolati di formazione sulle Arti e Mestieri del teatro e del cinema. Nell’esperienza laboratoriale del CESP, la biblioteca e il teatro hanno dimostrato di essere importanti elementi per la realizzazione della personalità del singolo/a e per la sua socializzazione.

Le biblioteche scolastiche costituiscono un bene comune per l’apprendimento a favore dell’intera comunità scolastica, fondamentale per la formazione integrale della persona, contribuendo a garantire un’istruzione di qualità e l’inclusione, riducendo le disuguaglianze, educando alla cittadinanza e ai comportamenti responsabili e rispettosi dell’ambiente, di sé stessi e degli altri, potendo diventare così uno strumento di prevenzione e recupero della dispersione scolastica e multiculturale. Il linguaggio teatrale, poi, si rivela uno strumento privilegiato di intervento pedagogico e formativo, e l’esperienza teatrale ed espressiva nelle scuole è diventata sempre più importante. Nelle attività formative del CESP si è dimostrata particolarmente incisiva ad esempio nelle carceri, rendendo possibile ampliare le collaborazioni con esperti di Teatro e tecnici, anche di livello internazionale, che hanno condiviso l’impianto progettuale del CESP.

I progetti del Laboratorio Migranti a Roma, Napoli e Caserta

A partire da questi presupposti, dopo una prima condivisione del progetto con un gruppo dei COBAS Scuola romano e con Azimut (la Onlus dei COBAS che sviluppa progetti nel campo dei diritti fondamentali delle persone – salute, educazione, lavoro- in Italia, in Africa e in altre regioni del Sud del mondo), sono state scelte due aree di intervento: il territorio romano e quello napoletano-casertano. A Roma, come fase iniziale dell’intervento sono state individuate due zone:

  • il quartiere di Tor Pignattara, ad alta presenza di comunità di immigrati, ove lavorare a partire dalle scuole e dalla biblioteca di quartiere, oltre ad associazioni presenti sul territorio, per attivare una positiva sinergia di intervento;
  • il quartiere di Santa Maria del Soccorso, che lambisce il Tiburtino “alto” e la zona di Rebibbia, ove hanno sede numerosi istituti scolastici e una biblioteca di quartiere con un buon livello di interventi sul territorio, con la quale sviluppare almeno parte del progetto. La scelta del territorio napoletano- casertano è stata determinata dalla rete di relazioni con gruppi, associazioni, centri sociali e rappresentanti territoriali che su queste problematiche, in Campania, già lavorano da tempo. 

Sono state individuate tre aree di intervento:

  • Quartiere Sanità di Napoli, dove ci sono in particolare comunità di bengalesi e singalesi con i quali si hanno già contatti;
  • Area Nord di Napoli, dove c’è un insediamento Rom e il TAN (Teatro Area nord), che interviene su territori problematici con buone capacità di creare relazioni umane significative (il suo direttore artistico ha partecipato anche a progetti svolti in carcere), possibile punto di riferimento per svolgere attività su quell’area;
  • Caserta, territorio con immigrati provenienti generalmente da Senegal, Ghana, Nigeria, Costa D’Avorio, dove si hanno contatti con organizzazioni, associazioni e centri sociali che da anni lavorano con i migranti. Sia a Roma sia a Napoli-Caserta si svolgeranno, con le modalità consentite dall’andamento della pandemia, incontri con le realtà territoriali, le scuole e le comunità migranti, entrando nel merito degli interventi specifici, coinvolgendo, dove possibile e utile, gli enti territoriali; e Convegni CESP che illustrino il senso generale e i dettagli del progetto, con la partecipazione di scuole, docenti, associazioni, comunità migranti, per ampliare il più possibile l’intervento.

Una volta avviato positivamente questo percorso a Roma e in Campania si potrà poi pensare di estenderlo in altre regioni dove c’è una presenza significativa di giovani migranti.

Anna Grazia Stammati presidente CESP e Ludovico Chianese Laboratorio Scuola-Società Migranti

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