Home Archivio storico 1998-2013 Università e Ricerca Le università telematiche e la ministra

Le università telematiche e la ministra

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La formazione a distanza, dice infatti la ministra Carrozza, consente a tanta gente di poter frequentare le facoltà universitarie, mentre si lavora o le donne sono in maternità.
E se questo potrebbe essere vero, dice il giornale, non si capisce allora perché il livello culturale dei neolaureati provenienti dalle telematiche è piuttosto scarso, così come il parterre dei professori, quasi tutti incardinati.
La cupola delle università telematiche ha germogliato il suo mostro, una popolazione di asini divenuti dottori, infiltrati ad ampio raggio anche nella pubblica amministrazione italiana. Il paese cresce con le orecchie lunghe, sfruttando un sistema che consente di saltare gli ostacoli degli esami universitari come cavalli di razza. E’ il doping del sistema formativo italiano, che non fa distinzioni tra asini e cavalli di razza.
Il motivo per cui la ministra tenderebbe a smorzare le critiche sarebbe dovuto al fatto, dice Corsera, che lei stessa ha utilizzato la corsia preferenziale dei bandi di concorso alla cattedra di professore diramati dalle università telematiche.
Si attende a questo punto la relazione della commissione istituita dal Ministero dell’istruzione, che dovrà sancire quali siano le università telematiche virtuose e e quali i diplomifici. Il paese è dunque consegnato al suo fallimento, perché’ nella formazione si racchiude l’elemento fondamentale per la ripresa economica del paese. Un paese di asini e’ destinato a perire. Mi pare che andiamo verso questa direzione.