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Legambiente: la Finanziaria farà sparire molte scuole al Sud e nei piccoli Comuni

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I tagli agli organici e ai finanziamenti previsti dalla Finanziaria 2007 rischia di far “fallire” molte scuole, soprattutto nella regioni meridionali e nei piccoli Comuni.
L’allarme arriva da Legambiente, che in questi giorni ha scritto una lettera inviata ai Direttori degli Uffici scolastici regionali e agli assessori all’Istruzione regionali e provinciali.
L’associazione è preoccupata per i contenuti di una Finanziaria “che rimodula nel triennio da qui al 2011 gli obiettivi e introduce alcune nuove misure di razionalizzazione”.
Quel che preoccupa Legambiente è sia la riduzione degli organici (33.000 posti in meno da tagliare in 3 anni) sia l’introduzione dei tetti numerici minimi per la costituzione delle classi. E stavolta l’aumento complessivo di alunni e studenti, non salverebbe le piccole istituzioni scolastiche: l’incremento si avrebbe, infatti, soprattutto al Nord e nei grandi centri urbani.
“Siamo molto preoccupati per la situazione che si sta definendo in seguito alla circolare ministeriale n. 19/2008 – ha spiegato Vanessa Pallucchi, responsabile del settore Scuola e Formazione di Legambiente – che avrà sicuramente conseguenze negative sulla qualità dell’insegnamento nelle scuole italiane. In particolare temiamo per la chiusura di molte scuole che operano nei comuni più piccoli – ha aggiunto Pallucchi – che avrà gravi ripercussioni sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza stessa di queste comunità, così importanti per il nostro Paese, sia dal punto di vista culturale che per la coesione sociale”.
Sulle decisioni del Governo aveva pesato non poco il giudizio della commissione tecnica per la Finanza pubblica sulla efficienza delle pubbliche amministrazioni. Nel rapporto, prontamente consegnato al Ministro dell’economia e delle finanze, risultava come il sistema d’istruzione italiano spenda oggi veramente troppo per ogni studente pur detenendo un numero di docenti altissimo. 
Nelle operazioni di riduzione dell’organico non si sarebbe però tenuto conto del fatto che l’Italia è costituita da quasi 4.000 Comuni, molti dei quali piccoli ed isolati: e applicando le nuove norme, senza tenere conto di queste realtà, questi comuni sarebbero quelli che in vista del prossimo anno scolastico rischiano di vedersi sottrarre le scuole. 
“Continueremo a sollecitare le istituzioni – ha aggiunto la responsabile Scuola di Legambiente – perché la razionalizzazione necessaria segua criteri meno sommari e sia fatta su territori omogenei, escludendo dal calcolo i piccoli comuni. Per questi territori, inoltre, auspichiamo che sia garantita la permanenza di almeno un corso funzionante in ogni scuola del primo ciclo e che si tenga conto, nella definizione dei contingenti provinciali, delle situazioni di disagio legate a specifiche situazioni locali soprattutto per le zone montane e le piccole isole”.