Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Libri di testo troppo comunisti, per il Pdl è una vergogna: presentato...

Libri di testo troppo comunisti, per il Pdl è una vergogna: presentato un ddl

CONDIVIDI
Anche i libri di testo diventano un argomento che alimenta lo scontro politico: l’occasione è la proposta di legge alla Commissione Cultura della Camera, da parte di una ventina di deputati del Pdl di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta “sull’imparzialità dei libri di testo scolastici”. Alla base dall’iniziativa si intravedono già i moti di scontro con il centro-sinistra: per i deputati Pdl è, infatti, “una vergogna” la pubblicazione e l’adozione da parte di alcuni insegnanti di “testi politicamente orientati” a sostegno del centrosinistra ed in particolare “finalizzati a plagiare le nuove generazioni” all’insegna delle opposizioni.
Secondo i parlamentari del partito del Premier “il Parlamento non può far finta di non vedere”, avendo anzi “il dovere di intervenire” e “correggere una situazione inaccettabile”.
Secondo Gabriella Carlucci, promotrice della proposta “il problema è reale ed è sentito da molti docenti e studenti, ovviamente da quelli che si avvicinano alla storia in maniera imparziale, desiderando conoscere diverse interpretazioni storiografiche senza alcuna forzatura politica. Non c`è alcuna volontà di mettere libri all`indice ma di fornire ai nostri ragazzi diversi punti di vista in materia storica. In questo senso internet e gli attuali strumenti elettronici – conclude la Carlucci – potranno essere molto efficaci”.
Per i parlamentari Pd e Idv quella di rimettere mano ai testi scolastici costituisce un’eventualità motivata solo da interessi di parte: “E’ uno spettacolo francamente desolante – ha commentato la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi-: abbiamo una maggioranza che, in tre anni, ha progressivamente distrutto la scuola pubblica, umiliato chi ci studia, offeso chi ci lavora, sottratto risorse e abbassato tutti gli standard qualitativi. Se davvero avesse voglia di occuparsi di scuola, il Pdl potrebbe ripartire da una di queste emergenze”.
Molto dura anche Mariangela Bastico, capogruppo Pd in Commissione, per la quale siamo di fronte ad “un atto gravissimo e di tristissima memoria che mette all’indice alcuni testi e stigmatizza gli insegnanti che gli scelgono”.
Anche per l’Italia dei Valori la proposta è da rigettare: “Invito i parlamentari del Pdl – ha chiest9o il senatore Stefano Pedica- a pensare alla crisi economica che vive il Paese, ai disoccupati, ai malati, ai giovani senza futuro, ed esimersi da queste iniziative che lasciano presagire la volontà di instaurare una dittatura di stampo novecentesco. Cercare di incidere sui testi scolastici al fine di favorire l’immagine del premier è una gravissima iniziativa, simili precedenti sono rintracciabili solo nei regimi totalitari dello scorso secolo. I libri di storia che circolano nelle nostre scuole, nonostante una riforma aberrante voluta dal ministro Gelmini, ancora raccontano la verità”.
Per la senatrice del Pd Vittoria Franco, “forse l’onorevole Gabriella Carlucci – prosegue Vittoria Franco – non sa che esiste il principio, sancito dalla Costituzione, della libertà di insegnamento nella quale rientra anche l’autonomia nella scelta dei libri di testo. Di analoga libertà, fino a prova contraria, godono gli editori nel pubblicare i volumi”.
Sgomento anche tra i sindacati: per Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil, il progetto di legge testimonia l’imbarbarimento, il carattere illiberale, se non addirittura le fobie, di questa maggioranza sui temi che riguardano la scuola”. Critici pure gli studenti della Rete della Conoscenza: “rimaniamo sinceramente sbigottiti da come si possa costruire un allarme e un livello di fantasticazione tale per distogliere l’attenzione dei problemi reali della scuola. Non comprendiamo come possano essere messi sotto attacco, senza alcuna competenza nel settore, degli intellettuali e studiosi come quelli citati dalla Carlucci nello stesso modo con cui sono stati additati gli insegnanti delle scuole pubbliche”.