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L’Italia ha la quota più alta di docenti ultra 50enni tra i Paesi industrializzati

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Secondo il rapporto Ocse pubblicato il 10 settembre, l’Italia ha il corpo docente più anziano dei paesi industrializzati.

Metà degli insegnanti dovranno essere sostituiti entro i prossimi 10 anni, e quota 100 potrebbe anche far aumentare ulteriormente i numeri.

Se si continua su questa linea, tra qualche anno il 50% del corpo docente rischia di essere precario e non necessariamente laureato.

Il rapporto tra salario più alto e salario iniziale è di 1,5 nelle scuole al livello da pre-primario (scuola dell’infanzia) a secondario inferiore, rispetto a una media OCSE di 1,7 (1,6 a livello pre-primario) e i salari statutari di inizio carriera sono leggermente inferiori alla media OCSE (dal 91% nella scuola secondaria
superiore di indirizzo generale al 97% nella scuola dell’infanzia).

In Italia, il 68% degli insegnanti ha dichiarato che migliorare i salari degli insegnanti dovrebbe essere un’alta priorità di spesa, rispetto alla media OCSE del 66%.

Gli stipendi dei docenti italiani

In base ai più recenti dati OCSE ed Eurydice, gli stipendi dei docenti italiani sono tra i più bassi in Europa: gli stipendi dei docenti in Germania sono praticamente il doppio rispetto a quelli italiani, per tutti i gradi di scuole e per tutte le anzianità, e molto al di sopra della media europea; anche in Spagna le retribuzioni, soprattutto quelle iniziali, si collocano al di sopra della media europea.

Gli stipendi ad inizio carriera

In base alla rilevazione della Cisl Scuola, sugli ultimi dati disponibili, spicca il divario stipendiale dei docenti della primaria, inferiore alla media Ue di ben 2.770,95 euro all’anno (213,15 euro al mese per tredici mensilità).

Gli stipendi a fine carriera

Il distacco si fa ben più pesante se si prendono in esame gli stipendi di fine carriera.

I dati con gli stipendi in Europa