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Ma non è una cosa seria. Tutti i buchi disponibili passano agli esuberi

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Un rullo compressore che macina e macina e appiattendo, frantuma perfino la contrattazione sindacale. Non è richiesta più l’abilitazione specifica, quella che i concorsi e i Tfa pretendono, per collocare i sovra numerari: basta avere anche un corso di studio nella propria laurea e si tolgono speranze a tanti precari che su quel posto magari hanno fondato il proprio futuro.
E così i docenti in esubero, già maltrattati dall’esubero stesso venuto fuori da un riordino cosiddetto “epocale”, in mancanza di una sede, ricercata ma non trovata tra i trasferimenti e le assegnazioni provvisorie, andranno a occupare i posti liberi all’interno della provincia e anche con sede provvisoria e anche per supplenze brevi.
Per 10mila docenti il futuro che si profila è questo, ma è pure quello che si profila per i ragazzi che avranno un insegnante con un titolo di studio e una preparazione non ben certificata, visto che, se non si trovano posti coerenti con la propria abilitazione, allora il sovranumerario potrà occupare un posto per affinità coerente ma anche incoerente purchè venga piazzato.
Ma si potrà ricollocare anche su spezzoni e anche se l’anno scolastico è già iniziato e anche a disposizione di una scuola per tappare i buchi, perfino saltuari e bizzosi, che nel corso dell’anno se si dovessero aprire per malattia o maternità o altro.
Un rullo compressore che non tiene conto della specificità né della persona, né dell’insegnamento, né degli alunni.
 Né considera l’umiliazione che il docente-pacco dovrà subire magari dopo anni di onorato e ineccepibile servizio. Ma macina pure le speranze che su quei posti avevano piantato tanti supplenti forniti di regolare e sofferta abilitazione.
E come se non bastasse viene pure travolta la contrattazione sindacale che prima disciplinava tutta la materia. “Adesso la disciplina della mobilità d’ufficio dei docenti in esubero sarà sottratta alla contrattazione collettiva. Il tutto in continuità con l’orientamento assunto dal governo precedente che, con l’avvento della legge 15/2009, ha dato prima un colpo di spugna alla facoltà di derogare le norme di legge da parte della contrattazione collettiva. E poi, con il decreto Brunetta, ha riscritto una serie di regole con le quali ha decontrattualizzato materie importanti del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici. Come per esempio, le sanzioni disciplinari e le assenze per malattia.”
Quando l’individualità passa a numero, allora tutto è possibile e in questo caso più che alla persona si è guardato alla cifra complessiva e tutto si è trasformato in sottrazioni e divisioni, cosicchè il famoso merito, la decantata professionalità, la qualità dell’istruzione si sono tutti trasformati in ben altro e forse pure stanno mostrando il loro vero volto che non è quello di migliorare i livelli dell’istruzione, ma di togliere elevare per chi sa quale altro e misterioso progetto culturale migliore.