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Manovra, pure i cattolici protestano: non tutela le famiglie con figli

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Hanno atteso qualche giorno, ma ora anche i cattolici escono allo scoperto e criticano duramente la doppia manovra economica di luglio e agosto. Secondo il presidente dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche, Maria Grazia Colombo, le decisioni prese dal Governo per risanare il bilancio dello Stati “devono cambiare ” introducendo “misure attente ai nuclei familiari. Devono diventare – ha continuato Colombo – l’occasione per una reale e concreta attenzione alle esigenze delle famiglie con figli. Non è infatti possibile che le misure non tengano conto dei carichi familiari: in questo modo si aggrava il trattamento iniquo che lo Stato italiano riserva al nucleo fondamentale della nostra società”.
Per quanto riguarda specificatamente il settore dell’Istruzione, sempre secondo il rappresentante Agesc “mentre apprezza la scelta governativa di non toccare i finanziamenti per la scuola, si augura che lo stesso criterio venga riservato alla scuola paritaria: si tratta infatti non di costi, ma di investimenti necessari a garantire un futuro al Paese. E proprio per questo chiede che il Parlamento modifichi la manovra finanziaria”.
La richiesta è quindi quella non solo di mantenere gli attuali standard di finanziamento, ma di incrementarli laddove esistono realtà di famiglie con diversi figli studenti. Sempre sulla manovra economica, il 19 agosto si è espresso anche il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, nel corso di una lunga intervista concessa a ‘Radio Anch’io’: Bagnasco ha indicato due priorità su cui fondare la ripresa del Paese. Innanzitutto “la famiglia: se non è al centro della politica, la società non va da nessuna parte. In Italia questo lo abbiamo già visto perchè dentro la grande crisi” che ci ha investito, “la famiglia è stata la valvola di sicurezza”.
Di fatto la Chiesa e le associazioni cattoliche chiedono maggiori sgravi fiscali per le famiglie, soprattutto per quelle con più di due figli, (al contrario di quanto stabilito con la Finanziaria estiva, che invece introduce delle percentuali di sgravi a decrescere negli anni) e nello stesso tempo non solo di mettere da parte i propositi di riduzione dei fondi destinati alle scuole paritarie, ma di introdurre il tanto decantato “buono scuola”.
Senza entrare nel merito, anche Giuseppe Fioroni (Pd), ministro dell’Istruzione durante l’ultimo Governo Prodi, si lamenta perché “il pagamento finale della manovra è a carico della famiglia. Sì quindi al fattore famiglia”. Secondo Fioroni “i tagli alla scuola, al sociale, alla non autosufficienza, i ticket alla sanita’ vengono pagati dalle famiglie: per questo, la delega fiscale va fatta sulla base di risorse che dalla patrimoniale all’Iva riducano la pressione fiscale ai nuclei. Se il quoziente familiare costa troppo, il fattore famiglia ce lo possiamo permettere e dobbiamo farlo subito. Invece che pensare a condonare chi evade, facciamo pagare di più questi per ‘condonare’ – ha concluso Fioroni – qualche pensiero alle famiglie italiane”.