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Martone, a 27 anni era già ricercatore di ruolo e a 30 prof ordinario

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Tra i tanti commenti sul viceministro al lavoro, Michel Martone, autore il 24 gennaio dell’infelice frase che ha fatto il giro d’Italia “Se non sei laureato a 28 anni sei uno sfigato”, abbiamo ritenuto opportuno mettere in evidenza quella dell’Andu. Un commento, quello dell’Associazione nazionale docenti universitaria, che trae origine dal brillante curriculum professione del viceministro. Martone – scrive l’Andu – si è laureato a 23 anni e a 27 anni è diventato ricercatore di ruolo. Questo dimostra che è possibile entrare nel ruolo della docenza prima dei 40 anni (la media attuale) e certamente il ministro Profumo provvederà a riscrivere la legge 240/10 – di cui, secondo l’on. Valentina Aprea sarebbe stato uno dei principali artefici – che invece ‘programmaticamente’ prevede un ingresso in ruolo non prima di 40-45 anni”.
Ma non finisce qui, perché l’associazione è andata anche a spulciare nella “Relazione finale della commissione giudicatrice della procedura di valutazione comparativa per il reclutamento di un Professore Ordinario” riguardante proprio il viceministro. Ebbene, l’Andu sottolinea come “l’eccellente e difficilmente imitabile carriera accademica del viceministro (dopo un anno è diventato associato e dopo altri due ordinario) può portare un contributo all’individuazione di giusti criteri per valutare il merito. Infatti, si leggono giudizi sul candidato Martone (“due monografie, una delle quali in edizione provvisoria”) che sembrano dimostrare che si possa diventare ordinari per meriti futuri”.
Per diventare viceministro non è invece prevista, giustamente, una commissione e quindi non è disponibile la relativa relazione. “Ma certamente – continua l’associazione universitaria – ci saranno stati degli ottimi motivi che hanno portato alla nomina di Michel Martone a viceministro al lavoro, un incarico che gli consente di intervenire sulle condizioni di milioni di “sfigati”, laureati e non laureati, sempre più in difficoltà (precari, licenziati, disoccupati). Persone – conclude l’Andu – certamente molto meno capaci di Martone, ma che non per questo debbono subire le insopportabili conseguenze di una crisi che non hanno prodotto”. Ed ora devono subire anche il giudizio negativo di chi invece è partito da condizioni sicuramente molto più favorevoli da loro.
Il viceministro ha però spiegato che il suo intervento non era di certo riferito a tutti quei ragazzi che per necessità, per problemi di famiglia o di salute o perché devono lavorare per pagarsi gli studi, sono costretti a laurearsi fuori corso. Mi rivolgo piuttosto – ha aggiunto Martone – a tutti quegli studenti che, pur vivendo a casa con i genitori e non avendo avuto particolari problemi, si laureano ‘comodamente’ dopo i 28 anni”. Insomma, tutti quelli che hanno problemi sono “salvi”. Non hanno l’etichetta di “sfigati”. Solo che il lavoro non arriva lo stesso.