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Maturità 2019, la valutazione del colloquio

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In questo periodo alcune scuole hanno organizzato delle simulazioni di colloquio, per far vedere agli studenti come funziona la nuova prova e non rimanere spiazzati.

Il momento di apertura della busta è, per il candidato, il momento più emozionante, perché in brevissimo tempo deve capire l’argomento e organizzarsi una scaletta mentale di contenuti e idee, per dimostrare la sua capacità di orientarsi affrontando una situazione non nota.

L’esercitazione simulata non riduce tuttavia l’incognita dell’esame, perché, come ci ricorda il Miur, “la competenza nella scelta dei materiali per il colloquio è normativamente affidata in via esclusiva alla commissione d’esame” e il consiglio di classe potrà “orientare” il lavoro della commissione, descrivendo con precisione il percorso formativo e didattico, “ma non potrà sostituirsi alla commissione stessa nell’indicare i materiali da utilizzare per lo spunto iniziale del colloquio” (Nota del 6-5-2019).

Neppure la griglia preparata per le simulazioni sarà quella dell’esame, ma è comunque importante far capire agli studenti almeno i criteri in base ai quali sarà valutata la loro performance.

I criteri di valutazione corrispondono alla natura trasversale e pluridisciplinare del colloquio.

Superato il momento fatidico di apertura della busta e di avvio, il colloquio si sviluppa in una trattazione più ampia, secondo le domande poste dai commissari. La valutazione considera le conoscenze acquisite e i collegamenti fatti in maniera “critica e personale anche utilizzando la lingua straniera” e la “capacità di affrontare con autonomia e responsabilità le tematiche e le situazioni problematiche proposte”.

Il colloquio prosegue poi con i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), passando a Cittadinanza e Costituzione, e infine alla discussione delle prove scritte.

Il Miur raccomanda, però, di mantenere per tutta la durata un approccio trasversale, pluridisciplinare e unitario, allo scopo di raccogliere elementi di valutazione significativi sul livello di preparazione del candidato, in coerenza col profilo educativo, culturale e professionale  e col percorso didattico effettivamente svolto.

I quattro momenti non devono diventare quattro sezioni distinte.

La commissione deve organizzare bene la conduzione del colloquio secondo il principio della “collegialità”, assicurando l’equilibrata articolazione e durata delle quattro fasi e il coinvolgimento delle diverse discipline, evitando una rigida distinzione tra le stesse.

Per questo motivo, è opportuno adottare una griglia “integrata” e non divisa in sezioni, evitando cioè di assegnare i punteggi a ciascuna delle quattro fasi.

Una griglia integrata per la valutazione del colloquio.

In sede  di riunione preliminare o in riunioni successive, la commissione definisce i criteri di conduzione e di valutazione del colloquio.

Il Miur non ha proposto alcun esempio di griglia, però negli incontri di formazione è stato consigliato l’utilizzo di una griglia integrata. Il che significa valutare complessivamente le capacità e competenze dimostrate, sulla base di indicatori che riguardano:

  • I contenuti e i metodi propri delle singole discipline oggetto del colloquio.
  • La capacità di stabilire collegamenti e relazioni nell’ambito di una trattazione pluridisciplinare.
  • La capacità di argomentare con organicità e correttezza, anche con spunti originali ed esperienze personali.
  • La capacità di esprimersi utilizzando correttamente la lingua italiana e straniera e il lessico specifico.
  • La capacità di auto valutarsi e correggersi.

La Tecnica della Scuola ha già pubblicato un valido modello di griglia di valutazione integrata per il colloquio.

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