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Nasce “Studenti In Movimento”, l’alternativa all’esistente

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L’assidua mobilitazione studentesca delle ultime settimane ha prodotto una nuova associazione specifica scuola media superiore: si chiamerà “Studenti In Movimento” e si è venuta a costituire a seguito della fusione di varie sigle locali, attive già in 40 province tra cui Roma, Milano, Palermo, Cagliari, Genova, L’Aquila, Ascoli, Caserta, Potenza, Trento, Ancona, Perugia. L’organismo studentesco agirà a livello di scuola media superiore cercando di distinguersi da quelle già esistenti: Vincenzo Cicero, portavoce nazionale di `Studenti In Movimento’, ha spiegato che il nuovo movimento intende dare voce alle “rivendicazioni per cambiare il sistema scolastico” in questi giorni “accantonate” a seguito “del monopolio che hanno partiti, sindacati e gruppi universitari ideologizzati su tutto il movimento studentesco. Porteremo avanti le nostre rivendicazioni nelle scuole, nelle piazze, nelle Consulte provinciali degli studenti per arrivare fino al Ministero. Questa rivoluzione partecipativa – conclude Cicero – può cambiare il volto di un sistema obsoleto, mettendo al centro gli studenti nei processi decisionali delle singole scuole”.
Attraverso una nota i promotori di `Studenti In Movimento’ spiegano che intendono differenziarsi “dal movimento di protesta, guidato da Collettivi, Uds, Rete degli Studenti, che in questi giorni sta attraversando l’Italia, emanazione dell’Onda, ormai totalmente manipolato da partiti, sindacati e movimenti universitari che palesemente strumentalizzano il disagio degli studenti”.
`Studenti In Movimento’ si propone allora come “alternativa a tutto questo per costruire un movimento studentesco senza `etichette’ partitiche capace di difendere le legittime rivendicazioni del mondo studentesco”, come già accaduto in questi giorni durante “le manifestazioni a Palermo con migliaia di studenti, dove il fronte studentesco si è diviso per modalità e tematiche della protesta”.
Tra le rivendicazioni del nuovo coordinamento studentesco figurano “il no deciso al finanziamento alle scuole private ed i tagli alle scuole pubbliche, la `rivoluzione partecipativa’ attraverso la riforma degli organi collegiali con una maggiore rappresentanza studentesca, la contrarietà a norme repressive contro le mobilitazioni studentesche quali il voto in condotta ed il tetto massimo delle assenze, la lotta al caro libro attraverso nuove sanzioni contro i professori che superano il tetto massimo di spesa dei libri”. Un progetto ambizioso, insomma: considerando la presa di distanza dalle altre associazioni di settore, quindi il fatto che non potrà contare su preziose alleanze, il neonato movimento studentesco avrà la forza necessaria per riuscire a realizzare quanto prefissato?