Home Alunni Nel mantovano una classe di soli alunni indiani, le mamme protestano e...

Nel mantovano una classe di soli alunni indiani, le mamme protestano e il ds la smembra

CONDIVIDI

”Così non si integreranno mai e non impareranno mai l’italiano”: a dirlo al dirigente scolastico di un istituto comprensivo del mantovano sono state le mamme di una classe formata tutta da bambini di origini indiana. La richiesta è bastata, tanto che il ds ha provveduto a smembrare la classe dividendo i bambini in altre sezioni.

La vicenda si è svolta a Cicognara, frazione del Comune di Viadana, nella scuola materna don Mazzi. La classe di soli indiani, a quanto si è appreso, si è formata per caso. A ogni genitore, infatti, era stato chiesto di scegliere tra l’orario mattutino e quello pomeridiano. I genitori italiani hanno optato per l’orario che finisce nel pomeriggio, mentre le famiglie indiane quello che termina alle 11.30.

“A differenza delle mamme italiane – ha spiegato Marcella Boccia, referente intercultura della Flc Cgil – quelle indiane sono tutte casalinghe e possono andare prendere i figli e tenerli a casa per il pranzo”. Così, tutti i bambini i cui genitori avevano scelto l’orario fino 11.30, sono stati messi insieme ed è stato costituita un’unica classe.

A scuola iniziata i genitori indiani si sono accorti che i loro figli, che parlano solo l’indiano e precisamente gli idiomi punjabi e urdu, erano tutti insieme. “Sono state le mamme a portare alla luce il caso – ha detto ancora Boccia – hanno voluto il cambiamento perché altrimenti i loro figli non imparano l’italiano e non si integrano”. Il dirigente scolastico Aldo Delpari ha raccolto l’allarme e oggi ha già scorporato la classe di bimbi indiani, suddividendoli, assieme ad altri bimbi stranieri, nelle altre cinque. Per sabato mattina ha convocato un’assemblea con i genitori per illustrare la soluzione individuata che consentirà, a chi lo vorrà, di rispettare l’orario delle 11.30. Non tutti i genitori, però, sembrano d’accordo perché il nuovo rimescolamento avrebbe causato la mancanza di un insegnante e altri disagi. Il “prezzo” da pagare per favorire una vera integrazione?