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Ore di sostegno. I Tar all’unisono: non vanno ridotte

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Da alcuni anni a questa parte, sembrano accavallarsi le sentenze di condanna dell’Amministrazione scolastica da parte dei Tribunali regionali a proposito dello scarso numero di ore di sostegno assegnati agli alunni diversamente abili. 
L’ultima sentenza in questa direzione è stata emessa dal Tar della Campania che ha accolto la richiesta di sospensione della riduzione delle ore di sostegno per un nutrito gruppo di alunni diversamente abili – ben 27 – disposta nell’estate dall’ufficio scolastico provinciale campano.
La sentenza si va ad aggiungere a quelle emesse nei giorni scorsi, per casi analoghi, dai Tribunali regionali di Lazio, Lombardia e Molise (in quest’ultimo caso vi sono anche le ordinanze favorevoli dei Tribunali Civili): l’assenso dei giudici all’aumento delle ore di sostegno, ritenute ingiustificatamente ridotte, conferma, peraltro ,una linea già tracciata negli anni passati.
Il Tar della Campania ha accolto tutti i 27 ricorsi presentati dai genitori – attraverso l‘Associazione ‘Tutti a scuola’ che richiedevano l’assegnazione di un insegnante specializzato per l’intero orario di frequenza dell’anno scolastico in corso e per quelli successivi.
L’VIII sezione del tribunale regionale ha disposto di annullare la disposizione prevista dalla direzione scolastica campana che, di fatto, cancellava il sostegno ai bambini disabili riducendo, in maniera drastica, il numero di ore assegnato agli insegnanti abilitati a questo compito.
“E’ un’importante vittoria – ha detto Toni Nocchetti, presidente dell’associazione ‘Tutti a scuola’, che ha promosso i ricorsi – che ribadisce come quello dei disabili non sia affatto un interesse di categoria, ma un diritto pieno, assoluto, che non può incontrare limiti, né essere abolito per ragioni di bilancio. Tuttavia è triste ricorrere sempre ai magistrati per vedere riconosciuti diritti inalienabili”.
Molto significativo è anche il pronunciamento del Tar del Lazio che attraverso la sentenza della sez. III Quater n. 9926 di Roma ha disposto come non vi possa essere più di un alunno diversamente abile per classe e che la presenza di due alunni con disabilità possa essere tollerata solo se questi hanno delle problematiche lievi: il tribunale laziale aveva esaminato il ricorso dei genitori di un alunno autistico il cui figlio era stato inserito in una classe dove era presente un altro alunno con il sostegno.
Per il Tar del Lazio la possibilità di far coesistere due alunni diversamente abili nella stessa classe iniziale sarebbe ammessa, ma solo se entrambi siano portatori di handicap lievi e sempre comunque che il gruppo-classe non superi le venti unità: l’alunno portatore di handicap grave ha così diritto "rispettivamente ad essere l’unico alunno handicappato della classe ai sensi dell’art. 10 del D.M. n. 141/1999; ad usufruire un Aec specializzato; ad avere un assistente all’igiene a lui specificamente dedicato".
Sarà ora compito della direzione scolastica regionale della Campania applicare la sentenza dei vari Tribunali. 
Positivi i giudizi dei sindacati. "Non si può più tollerare – ha fatto sapere la Flc-Cgil – che i genitori debbano ricorrere sempre alla magistratura per vedere riconosciuti diritti inalienabili ed universali, perché questo rappresenta senza alcun dubbio un motivo di sconfitta della politica".
Secondo il sindacato guidato da Enrico Panini "è ormai arrivato il momento di cambiare. Occorre una normativa più adeguata anche alla luce dell’incremento costante degli inserimenti nella scuola degli alunni diversamente abili: una nuova norma la cui attuazione però eviti di produrre significativi e repentini spostamenti di posti o compensazioni da territorio a territorio, tali da ridurre la qualità del servizio ai ragazzi che attualmente frequentano la scuola.Nuove regole e – conclude la nota della Flc-Cgil -, contestualmente, maggiore saggezza nella loro attuazione".
Nell’anno in corso il numero di alunni portatori di handicap certificati ha raggiunto la quota record di 180.000 unità (nel 2006 erano 172.000). Un incremento che non sempre però ha prodotto un aumento dei docenti di sostegno: la nomina ‘coatta’ di nuovi insegnanti rischia ora di creare un problema ulteriore al Ministero della pubblica istruzione. Nelle intenzioni del Governo nei prossimi tre anni andrebbe infatti ridotto di 33.000 unità il numero dei professori della scuola pubblica ed il comparto sostegno avrebbe dovuto dare il suo apporto a questo ridimensionamento.

Non a caso, la necessità di limitare il numero di docenti di sostegno è contenuta anche nel’art. 50 (comma 3) della Finanziaria 2008: nel testo si stabilisce, infatti, che a partire dall’anno scolastico 2008/2009 il numero massimo dei posti dei docenti di sostegno attivabili non potrà superare il 25% del numero di sezioni e classi dell’organico di diritto dell’a.s.2006/2007. 
Un ‘paletto’ che – alla luce dell’ormai costante innalzamento del 5% l’anno di alunni disabili – dovrebbe prevenire richieste eccessive di docenti specializzati. Tribunali regionali permettendo.

Per visionare la sentenza del Tar del Lazio sez. III Quater n. 9926, consulta il box "Approfondimenti".