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Organici, con la Sicilia la più falcidiata è la Campania: tagliati quasi 6.000 posti

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Gli organici di alcune regioni del sud risultano particolarmente toccati dai tagli decisi dal Governo. Secondo i sindacati in certi casi addirittura falcidiati. Tanto che, come già accaduto con le immissioni in ruolo (particolarmente avere per alcune aree a sud del Paese), assieme alla Sicilia è la Campania ad aver subìto i maggiori danni: sarebbero ben 5.800 i tagli previsti quest’anno, di cui 3.800 docenti, compresi gli insegnanti di sostegno. A cui vanno aggiunte anche 2.000 unità di personale Ata. 
Una situazione che secondo i sindacati non potrà non creare disagi, alla vigilia dell’apertura dell’anno scolastico che avverrà il prossimo 15 settembre. Per evidenziare questa situazione, da alcuni giorni è stato organizzato un presidio sotto la sede dell’Ufficio scolastico regionale della Campania, in via Ponte della Maddalena, che assieme alle associazioni dei precari ha visto la partecipazione di quasi tutte le sigle sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Cobas,ma anche Gilda, Snals e Rdb.
La nostra battaglia per l’ampliamento dell’organico non si conclude – dice Luigi Panacea, segretario generale della Uil Scuola campana – aspettiamo una risposta responsabile ed efficace da parte del Ministero“. Panacea ha anche incontrato il direttore dell’Ufficio scolastico, Pietro Esposito, che si è impegnato a portare le istanze di tutta la scuola campana al tavolo del ministero dell’Istruzione. Intanto, lunedì 6, ci sarà un incontro con l’assessore regionale al ramo, Caterina Miraglia, per approfondire e delineare l’utilizzo delle risorse, circa 20 milioni di euro (in Sicilia 40), che Palazzo Santa Lucia ha stanziato a sostegno della scuola in Campania per finanziare le attività alternative previste dal decreto salva-precari.
Ci battiamo per una scuola che può contare su insegnanti validi e competenti – ha aggiunto Panacea – non manifestiamo per lamentarci, ma ogni componente dell’organico, dai docenti, agli insegnanti di sostegno fino al personale Ata, sono perni importanti che, quotidianamente, sostengono la didattica anche di frontiera“. Riusciranno i sindacati a limitare i danni? L’anno è alle porte: per una risposta più precisa (che probabilmente passerà per un integrazione dei fondi destinati ai precari non confermati) bisognerà comunque attendere solo alcuni giorni.