Home Politica scolastica Partigiani della scuola pubblica all’attacco di Cantone (Anac)

Partigiani della scuola pubblica all’attacco di Cantone (Anac)

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I Partigiani della Scuola Pubblica protestano per non aver mai ricevuto una risposta da Raffaele Cantone a due lettere inviate nel corso dell’estate.

I PSP avevano chiesto al presidente della Autorità nazionale anticorruzione di intervenire per fermare alcuni aspetti della legge 107 che la stessa Autorità, in una delibera dell’aprile scorso, aveva definito “a rischio di corruzione” (chiamata diretta dei docenti e attribuzione del bonus premiale in particolare).
Ora, a distanza di quasi tre mesi da quelle due lettere i Partigiani osservano che “già appariva assolutamente formale l’introduzione dal 2009 della figura di un magistrato di nomina governativa preposto a vigilare sui fenomeni corruttivi introdotti proprio dalla legislazione dello stesso governo in carica”.

“Oggi – prosegue i PSP – di fronte all’assenza di trasparenza sulla mobilità dei docenti con algoritmo, di fronte alla chiamata diretta (diretta proprio a chi si intendeva reclutare, nel vero senso della parola), di fronte all’assegnazione non trasparente del bonus di merito,  al carattere vessatorio che acquisisce il nuovo sistema di reclutamento sui docenti grazie anche ai suggerimenti fraudolenti dei formatori ANP ai dirigenti, nulla si è mosso, com’era prevedibile!”.

In realtà il mancato intervento di Cantone potrebbe semplicemente significare che all’Autorità nazionale non sono pervenuti formali segnalazioni o esposti relativi a reali o presunte irregolarità nelle operazioni di chiamata diretta e assegnazione del bonus.
D’altra parte è bene ricordare che la stessa Flc-Cgil, quando era esplosa la polemica per i dirigenti che chiedevano il curriculum corredato da un video, era intervenuta per dire che a parte qualche episodio sgradevole non risultavano al sindacato situazioni di palese illegittimità meritevoli di essere denunciate.
Ed è bene sottolineare che l’Anac non ha il potere di intervenire di propria iniziativa su questa o quella materia ma, dopo aver dettato linee guida su un determinato aspetto, si limita ad esaminare i casi che vengono concretamente segnalati con un esposto formale.
Ed è molto probabile che – per mille ragioni – gli esposti su eventuali irregolarità di procedure che la legge 107 affida ai ds si conteranno sulle dita di una mano.  Almeno, per il momento.

 

Già appariva assolutamente formale l’introduzione dal 2009 della figura di un magistrato di nomina governativa preposto a vigilare sui fenomeni corruttivi introdotti proprio dalla legislazione dello stesso governo in carica.