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Pd: i fondi alle paritarie? Una bufala e menzogne artificiose. Finanziati gli asili comunali

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Menzogne da manuale, scrive il Pd, per screditare un partito che si impegna invece per recuperare alla scuola e all’istruzione i bambini degli asili altrimenti senza assistenza e cura.
Dire che il Partito Democratico, in piena crisi economica e con le casse delle scuole vuote, finanzia le scuole private per i figli delle famiglie più ricche è una sonora bufala e una studiata menzogna.
Chi legge quanto alcuni organi di informazioni vanno dicendo, secondo il Pd, ha la chiara percezione che il Pd finanzia le scuole private. Ma è vero? Assolutamente no, dicono i dirigenti democratici, perché si omette “consapevolmente di scrivere una frase che spiegherebbe tutto: “scuole 0-6 anni”. Eppure non scrive falsità, perché usa i giusti termini. Ad esempio scrive “scuole”, ma omette di spiegare che non sono le scuole 6-16 anni, ma scuole 0-6 anni. Scrive “paritarie”, ma omette di spiegare cosa si intenda per scuole paritarie. E alla fine l’informazione è fuorviante.
Infatti, il finanziamento votato non riguarda il percorso dell’obbligo scolastico, bensì gli asili nido 0-3 anni e le scuole dell’infanzia 3-6 anni. Perché per la legge italiana sono ‘scuole’ anche quelle e sono definite ‘paritarie’ tutte le scuole non statali, e quindi anche le scuole comunali;” ma questo, scrive il Pd, “non viene detto, non viene spiegato, generando così il dubbio, anzi la certezza che quei soldi saranno destinati alle scuole private.
Invece, la realtà è che quel finanziamento consentirà ai Comuni italiani di tenere aperti servizi educativi indispensabili. Senza quell’emendamento, senza quella restituzioni di soldi agli enti locali, il 40% dei bambini dai 3 ai 6 anni il prossimo anno sarebbe rimasto a casa.”
Spiega Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria nazionale PD: “La legge di parità è stata votata da tutto il centrosinistra di governo, dai Comunisti italiani all’Udeur. E’ stata emanata perché in precedenza i fondi alle scuole private venivano erogati senza alcun criterio preordinato.
Ora possono ricevere fondi dallo Stato solo le scuole che svolgono una funzione di pubblica utilità .
La gran parte di quei 223 milioni di euro (quasi il 90%) sono utilizzati dal sistema integrato delle scuole dell’infanzia, per garantire a tutti i bambini e le bambine di età compresa tra 3 e 6 anni un posto a scuola. Per la legge di parità, sono paritarie anche le scuole comunali dell’infanzia. Senza quei fondi, dopo i drammatici tagli ai bilanci degli enti locali, dovremmo chiudere le scuole dell’infanzia, lasciando a casa migliaia di bambini e bambine”.
Del resto basta aprire il sito di Simoetta Rubinato per accorgersi che quei soldi serviranno ai Comuni per tenere aperti asili e scuole materne.
“Nei giorni scorsi – spiega Simonetta Rubinato sul suo sito- avevo denunciato con forza in Commissione che per come era scritto il comma 17 dell’art. 8 le somme stanziate non erano utilizzabili mettendo a rischio la continuità del servizio pubblico erogato dalle scuole paritarie. Supportata dal parere del Servizio Studi della Camera e dal sostegno bipartisan dei colleghi che si sono uniti alla mia battaglia, avevo ottenuto l’impegno del sottosegretario Gianfranco Polillo a trovare una soluzione alternativa”.
Ma la soluzione prospettata nella notte dal Governo non ha convinto l’on. Rubinato: “Iscrivere i 223 milioni nel capitolo del Miur coprendoli con un ulteriore inasprimento del patto di stabilità alle Regioni, che già subiscono nel 2013 un taglio di 2 miliardi di euro, era inaccettabile. Per questo i relatori hanno accolto il mio suggerimento di far escludere questa somma dal Patto di stabilità delle Regioni, trovando copertura nel Fondo per la compensazione degli effetti finanziari, rendendola così effettivamente erogabile. E il Governo è stato battuto”.