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“Pensa a guidare”, al via la campagna anti-distrazioni mentre si è al volante di un’auto

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Quando si è alla guida di un’auto le distrazioni possono essere fatali: per questo occorre avere la forza per dire no a comportamenti, purtroppo oggi tutt’altro che rari da riscontrare, come digitare un sms, mangiare, bere o addirittura lavorare al pc. È questo il senso del messaggio della campagna di comunicazione “Pensa a guidare”, presentata il 6 luglio dalla fondazione Ania per la Sicurezza stradale, la onlus delle compagnie di assicurazione, assieme ad un’indagine condotta con l’Ipsos, che intende sensibilizzare sui pericoli della guida distratta.
La ricerca rivela che se il comportamento degli automobilisti fosse più virtuoso, se non ci si lasciasse distrarre facilmente, il fenomeno dell’incidentalità stradale sarebbe decisamente più contenuto. Basta dire che oltre due milioni di incidenti non si verificherebbero: due terzi degli oltre 3 milioni e mezzo (di cui 200.000 gravi) di quelli avvenuti nel 2008 sulle strade italiane sono stati, infatti, causati proprio da gesti quotidiani che nascondono un potenziale pericolo. Sono, infatti, in molti a ignorare che i tempi di reazione di chi guida e contemporaneamente utilizza un dispositivo elettronico si riducono del 50% e che la soglia di attenzione si abbassa notevolmente e diventa simile a quella di chi guida con alcol nel sangue.
Dallo studio è emerso che generalmente sono i più giovani, tra i 18 e i 24 anni, a scrivere alla guida sms o inserire un cd, mentre cambiare i canali della radio o telefonare è un tipico comportamento delle persone tra i 25 e i 44 anni. Al contrario, interagire con il navigatore e leggere il giornale è un abitudine degli autisti over 45.
Dall’indagine Ipsos emerge che il 76% degli italiani riconduce al fattore umano – in particolare alla distrazione (54%) e al mancato rispetto del codice della strada (19%) – la principale causa degli incidenti stradali, seguito dal fattore ambientale (18%) e dalle condizioni del veicolo (6%). Tra le attività più pericolose alla guida gli italiani indicano l’utilizzo del Pc (90%), mangiare o bere (82%), fumare (60%), ma anche parlare con il cellulare (50%), digitare un sms (76%) o comporre un numero telefonico (45%). Nonostante ciò circa la metà degli intervistati mentre guida parla normalmente con altre persone, un terzo cambia le stazioni della radio, un quarto telefona con il vivavoce e un quinto circa utilizza il navigatore satellitare.
Secondo il presidente dell’Ania Sandro Salvati “dobbiamo prendere coscienza che il problema della guida distratta esiste anche nel nostro Paese e sta diventando una vera e propria epidemia. Il nostro cervello non è fatto per il ‘multi-tasking’: scrivere un’email, rispondere al telefono, ascoltare musica nello stesso momento crea un deficit di concentrazione e un abbassamento dei livelli di attenzione, tutti potenziali fattori di rischio se si è al volante di un’auto. E la distrazione può essere letale anche a bassa velocità e per comportamenti che non ci sembrano pericolosi. E’ fondamentale che in Italia venga percepita la portata di questo problema e che tutti facciano la propria parte per contrastare un’emergenza ancora sconosciuta perché difficilmente misurabile”.
Ed in questa direzione anche il cinema può fare la sua parte: in questi giorni, il 9 luglio, giungerà nelle sale cinematografiche italiane “Dopo quella notte”, film di Giovanni Galletta sulle stragi del sabato sera, che punta proprio a sensibilizzare i giovani sul grave fenomeno. La pellicola è sponsorizzata da Remote Angel, “L’angelo delle strade”, il dispositivo realizzato per la salvaguardia della sicurezza stradale che permette quasi come una piccola “scatola nera” di risalire alla dinamica dell’incidente.
“Dopo aver letto attentamente la sceneggiatura ha spiegato Nicola Lavenuta, responsabile tecnico commerciale del dispositivo – siamo rimasti profondamente colpiti dal forte messaggio del film focalizzato sul tema delle stragi del sabato sera, un fenomeno che stravolge le vite dei protagonisti e che induce gli spettatori a riflettere e a approfondire l’importanza, la bellezza e l’unicità della vita. Per tale motivo abbiamo deciso di sponsorizzarlo, per rafforzare il nostro messaggio di prevenzione nei luoghi maggiormente frequentati dai giovani, utilizzando il cinema d’autore come veicolo mediatico esclusivo per entrare in contatto diretto con le famiglie, i parenti e gli amici, affinché unitamente prendano consapevolezza del problema”.