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Pensioni, Ape Social e Opzione Donna: cosa bisogna sapere

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Pubblicato il decreto legge su quota 100 e sul reddito di cittadinanza.

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All’articolo 14, comma 7, ai fini del conseguimento della pensione quota 100 per il personale del comparto scuola ed AFAM si applicano le disposizioni di cui all’articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449.

In sede di prima applicazione, entro il 28 febbraio 2019, il relativo personale a tempo indeterminato può presentare domanda di cessazione dal servizio con effetti dall’inizio rispettivamente dell’anno scolastico o accademico.

Sono attesi due provvedimenti entro 60 giorni dalla conversione del decreto, per regolare l’anticipo del trattamento di fine servizio (Tfs) dei dipendenti pubblici che lasceranno il lavoro.

Una è l’intesa tra ministeri del Lavoro, dell’Economia, della Pubblica Amministrazione e Abi per il finanziamento bancario; l’altro, invece, è il decreto del Presidente del Consiglio (Dpcm) con le modalità attuative.

Opzione Donna

Le lavoratrici del comparto scuola che vorranno optare per il pensionamento anticipato con “Opzione donna” quest’anno dovranno presentare la loro domanda entro il 28 febbraio per garantirsi l’uscita entro il 1° settembre, ovvero prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.

Le lavoratrici che vorranno beneficiare di questa misura, dovranno però accettare un assegno che sarà calcolato sulla base del sistema esclusivamente contributivo.

Per poter beneficiare di opzione donna, bisognerà essere in possesso di alcuni requisiti, diversi se si tratta di dipendenti pubblici o lavoratrici autonome.

Per le prime l’età anagrafica dovrà essere pari a 58 anni di età e 59 per le seconde, mentre il requisito contributivo sarà uguale per entrambe e ammonta a 35 anni. Una volta che si saranno maturate le condizioni, l’attesa per la liquidazione dell’assegno pensionistico sarà rispettivamente 12 e 18 mesi.

Ape Social

L’Ape Social, invece, è una sorta di pre-pensione assistenziale che ottenibile dai 63 anni.

Possono chiederla disoccupati, chi assiste familiari disabili, persone con invalidità di almeno il 74% e chi svolge lavori gravosi, come operai edili, autisti di gru e di mezzi pesanti, macchinisti, infermiere, badanti, maestre d’asilo, facchini, operai siderurgici e agricoli, marittimi e pescatori.

Per accedere all’anticipo gratuito occorre avere 30 anni di contributi, che diventano 36 per chi è stato impiegato per alcuni anni in lavori gravosi.

Non solo quota 100

Ecco un quadro delle possibili opzioni di uscita flessibile così come segnala Il Sole 24 Ore.

Lavori usuranti: circa 6mila i lavoratori potenziali beneficiari che ogni anno della pensione anticipata per lavoro usurante. Si tratta di persone che hanno svolto una o più delle attività usuranti (come ad esempio le maestre d’asilo). Attenzione, però: l’assegno sarà più basso a causa dei minori contributi versati.

Ape volontario: riguarda i lavoratori privati. Per poter fare domanda non devono mancare più di tre anni e sette mesi all’età della pensione di vecchiaia. Il lavoratore potrà così ricevere un assegno ponte per un massimo di 43 mesi prima della pensione di vecchiaia.

Lavoratori precoci: lavoratori che hanno versato almeno un anno di contributi da lavoro effettivo prima dei 19 anni di età e svolgono attività particolarmente faticose.

Isopensione: L’isopensione è il trattamento a cui accede il lavoratore che sottoscrive un accordo di esodo con prepensionamento a carico dell’azienda. Dal momento in cui smette di lavorare  no alla pensione, percepisce un importo mensile pagato dall’ex datore di lavoro. La possibilità di anticipare 7 anni rispetto alla vecchiaia è prevista fino al 2020, dopo si potranno anticipare 4 anni.

Importi pensionamento quota 100