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Pensioni, le domande entro il 16 gennaio

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Come da prassi la fine dell’anno solare comporta per la scuola l’apertura della “finestra” che permetterà a migliaia di docenti, dirigenti e unità di personale Ata di andare in pensione a partire dal 1° settembre dell’anno successivo: quest’anno la normativa, il decreto ministeriale n. 95, a firma del ministro Gelmini, e accompagnato dalla circolare applicativa n. 96, sottoscritta dal direttore generale Luciano Chiappetta, è stata pubblicata il 15 dicembre.
Il testo indica nel 16 gennaio il termine per la presentazione delle domande, da inviare direttamente alla scuola di titolarità (la quale provvederà appena superata la scadenza ad inviarle ai “competenti Uffici territoriali degli Usr e alle sedi provinciali dell’Inpdap”): tra le richieste si presume che la maggioranza saranno quelle di pensionamento volontario. Sulla base della riforma sul welfare realizzata dall’ex ministrodel Lavoro del governo Prodi, Cesare Damiano, e approvata a fine 2007, a partire dal 1° luglio scorso e fino al 31 dicembre 2010, rientrano in questa casistica tutti i lavoratori della scuola, come tutti i cosiddetti statali, che riusciranno a raggiungere la fatidica quota 95: un punteggio che si compone di due “paletti”, almeno 59 anni di età e 36 anni di contribuzione. Poi, dal 2012, i tetti si alzeranno ancora.
La scadenza di metà gennaio (lo scorso anno cadde il 26) abbraccia però anche altre tipologie di domande, che hanno sempre a che fare con il pensionamento: ad iniziare da quella di trattenimento in servizio oltre i 65 anni “ai fini del raggiungimento dell’anzianità minima o massima” (a patto però che non si detengano 40 anni tra servizio e periodi riscattati). Il termine riguarda poi la richesta per il collocamento a riposo per compimento del 40° anno di servizio e di trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale con contestuale riconoscimento del trattamento di pensione. Anche quest’anno, come avviene da qualche tempo, la scadenza per la presentazione dei moduli varrà anche come “eventuale revoca di tali domande“.
Entro 30 giorni, quindi il 15 febbraio “l’Amministrazione comunicherà – si legge nel decreto 95 – l’eventuale rifiuto o ritardo nell’accoglimento della domanda di dimissioni ove sia in corso un procedimento disciplinare.  Qualora l’accoglimento delle dimissioni volontarie dal servizio sia ritardato per la sussistenza di un procedimento disciplinare in corso, l’accettazione delle domande stesse è disposta con effetto dalla data di emissione del relativo provvedimento. A coloro che non potranno andare in pensione, per mancanza di requisiti, la comunicazione verrà fatta, entro il 31 marzo, direttamente degli Uffici scolastici provinciali.
Nel 2008 nella scuola lasciarono il servizio per la pensione oltre 40.000 lavoratori. L’anno precedente quasi 10.000 in meno. Il 2007 si ricorda, invece, per la quota record (52.291 pensionamenti) composta per il 70% da domande anticipate. All’opposto il record negativo dell’ultimo decennio è stato toccato nel 2001, quando lasciarono la scuola poco più di 15 mila docenti ed Ata.