Al termine dei funerali di Papa Francesco, “La Tecnica della Scuola” ha incontrato un gruppo di ragazzi di Milano, che spiegano perché la suo pontificato ha lasciato una traccia importante: “Il suo richiamo continuo alla pace e all’accoglienza, agli emarginati, ai carcerati, ai meno fortunati è un esempio da seguire”.
Secondo uno dei giovani presenti in Piazza San Pietro il 26 marzo, quello che rimane del Pontefice argentino “è sicuramente un richiamo alla semplicità, a vivere la fede con semplicità, partendo sempre dal richiamo continuo alla pace e all’accoglienza e agli emarginati, come ha detto anche il cardinale nella predica, partendo dal suo esempio principale. Quindi, l’attenzione che aveva per gli ultimi, per i carcerati e tutte le varie iniziative che ha portato avanti”.
“In questo senso – spiega il ragazzo – secondo me la cosa più importante è che anche se sei arrivato al massimo della carriera, se sei il Papa e sei il capo della Chiesa cattolica, comunque è necessario che ti inginocchi, pulisci i piedi ai poveri. Come ha fatto Gesù Cristo con i suoi discepoli”.
Papa Francesco è stato “un esempio da seguire, un esempio soprattutto indicato ai giovani e alle giovani generazioni, perché i giovani erano e rimangono un obiettivo importante per la Chiesa, il Vangelo e la Parola di Cristo. Partecipando al GMG del 2023 ricordo che Papa Francesco disse che la gioia missionaria e quindi questo valore che noi dobbiamo trasmettere ai ragazzi più giovani essendo poi noi educatori di un gruppo di preadolescenti e credere loro e nelle future generazioni”.
“A Milano – dice un altro giovane – ci portiamo la gioia di stare insieme dell’incontro. Sebbene il funerale di oggi, è stato comunque bello vedere così tante persone tutte qui per Papa Francesco, perché evidentemente per loro è significato molto. Sono state dette delle cose che hanno colpito, io mi porto a casa proprio questo, oltre che gli insegnamenti di Papa Francesco che già avevo ascoltato”.
E ancora: “Il Papa ha detto più volte che bisogna stare vicino ai giovani, bisogna stare soprattutto vicino ai più emarginati, ai ragazzi meno fortunati. È difficile anche a livello parrocchiale seguire questi ragazzi. Sicuramente con l’età che avanza, i ragazzi si staccano sempre di più da realtà come quelle dell’oratorio da cui provengono. Quindi occorre ripartire dalla realtà dei giovani, gettando i mattoni per costruire una struttura molto più grande”.
Quanto è importante il ruolo della scuola? “Sicuramente è importante creare una rete, anche all’interno del Comune stesso: è importante perché laddove si crea rete, i ragazzi possono crescere, essere educati a 360 gradi, sia da un punto di vista laico che cristiano.
Per noi Papa Francesco è stato importantissimo: noi giovani siamo cresciuti con lui, come gruppo, per i nostri adolescenti e preadolescenti. Ci ha insegnato il bello di condividere anche questi momenti, insieme a lui per crescere tutti insieme”.