Home Archivio storico 1998-2013 Precari Pittoni attacca, l’Anief risponde per le rime

Pittoni attacca, l’Anief risponde per le rime

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Il Natale dovrebbe conciliare sentimenti di pace e di serenità. Ma quando le posizioni e le idee sono distanti, a volte diametralmente opposte, non c’è periodo dell’anno che possa calmare gli animi. Ad accenderli è stato il senatore della Lega, Mario Pittoni: l’obiettivo delle critiche sono stati, ancora una volta, l’Anief, il suo presidente Marcello Pacifico ed il boom di ricorsi in tribunale contro norme e regolamenti.
Pittoni ha preso spunto da un recente comunicato dell’associazione sindacale siciliana, in cui si specificava che “i ricorsi proposti al Tar Lazio per consentire ai precari di essere inseriti a pettine nelle graduatorie relative al biennio 2009/2011 verranno riassunti in maniera ‘pressoché gratuita’”. Il senatore leghista non sembra credere alla gratuità citata dall’Anief, soprattutto dopo che il suo stesso partito, con l’accordo della maggioranza dell’ultimo Governo Berlusconi, ha cercato di ostacolare la facilità di ricorrere al giudice introducendo dei costi non indifferenti.
Non a caso Pittoni sostiene che “sarebbe interessante conoscere quale posizione l’associazione prenderà nei casi in cui la riassunzione della causa innanzi al Giudice del Lavoro potrà avvenire solo previo pagamento del contributo unificato di iscrizione a ruolo, in tempi recenti previsto anche per le cause di lavoro”. Il capogruppo al Senato ha poi posto pubblicamente una domanda dal chiaro sapore ironico: “Davvero sarà l’Anief ad accollarsi non soltanto le spese che inevitabilmente sono correlate all’avvio di una controversia (ad esempio le spese di notifica), che quando si tratterà di coinvolgere diverse centinaia di contro interessati potrebbero non essere poca cosa (…), gli onorari spettanti agli avvocati, ma anche – come detto – l’eventuale contributo unificato (che si badi potrebbe lievitare se le richieste risarcitorie verranno ampliate come si annuncia) o, come quasi sempre accade, si finirà per chiedere contributi a coloro che vorranno proseguire cause avviate quasi tre anni or sono?”.
La lista delle recriminazioni di Pittoni è lunghissima. Il finale è particolarmente duro. “L’Anief – sostiene Pittoni – si caratterizza per essere un’organizzazione che ha quale strategia fondamentale quella di alimentare il conflitto in ambito scolastico. Così è stato per quel che concerne la vicenda delle graduatorie, con riguardo alla quale l’Anief si è chiaramente schierata a favore di una parte dei precari (…) così è stato anche in occasione del nuovo concorso per l’accesso alla dirigenza. Risultati? L’unica battaglia vita dall’Anief, quella contro le code, ha semplicemente tolto un opportunità in più di cui disponevano gli insegnanti. Per il resto, fiasco totale. L’Anief ha fallito pure nel tentativo di impedirci di assegnare posti a tempo indeterminato anche a chi occupava le prime posizioni nelle vecchie liste e che – con la riapertura delle graduatorie – si è visto scavalcare da chi arrivava con i superpunteggi”.
Pronta la risposta dell’Anief, che ritiene del tutto gratuite e prive di fondamento le dichiarazioni rilasciate dal senatore leghista: “Pittoni forse dimentica – ha detto il presidente Pacifico – che è stato il Governo composto anche dalla Lega Nord a proporre ed approvare una tassa per chiedere ai giudici di intervenire: al posto di Pittoni mi vergognerei di aver inventato questo ‘paletto’ economico, dal momento che ricorrere contro un regolamento o una norma ingiusta dovrebbe essere uno strumento accessibile gratuitamente a tutti i cittadini che reclamano il rispetto del diritto”.
Pacifico ritiene, inoltre, che anziché condurre crociate a favore esclusivamente di una parte di candidati docenti, Pittoni e il suo partito farebbero bene a fare un passo indietro e mettersi dalla parte di tutti i precari: “per come sono andate le cose – ha sottolineato il rappresentante dell’Anief – piuttosto che fare dell’ironia dovrebbero essere proprio Pittoni e la Lega Nord a pagare il contributo unificato per tutti coloro che ricorrono oggi in tribunale essendo stati l’artefici di questa insensata tassa. Gli italiani dovrebbero sapere che grazie al partito di Pittoni e alla maggioranza dell’ultimo Governo Berlusconi oggi per fare un ricorso al Presidente della Repubblica bisogna pagare ben 600 euro, mentre fino a qualche mese fa non erano previste spese”.
Pacifico sostiene quindi che il senatore della Lega ha “perso l’occasione, ancora una volta, di evitare una brutta figura”. A proposito, infine, della supposta incapacità dell’Anief di fare sindacato e di difendere i propri iscritti, Pacifico ritiene che “la Corte Costituzionale ha vinto non solo per i docenti difesi dall’Anief ma per tutti gli italiani, sventando il tentativo di un partito politico di alzare barricate e divisioni tra i cittadini di questo nostro grande Paese dalla storia millenaria, solidale e multiculturale”.
Fine dell’ultimo “round”. Difficile però pensare che la diatriba Lega-Anief termini qui.