Pittoni (Lega) al fianco dei precari contro il Decreto Aiuti bis: “Tempi strettissimi per modificarlo”

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Il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani, presente alla manifestazione di ieri, 30 agosto, tenutasi a Roma organizzata dal Coordinamento Modifichiamo il Concorso Straordinario Bis insieme al sindacato Anief, ha avuto modo di intervistare Mario Pittoni, vicepresidente VII Commissione al Senato e responsabile scuola della Lega.

Innanzitutto Pittoni, nostro ospite nell’appuntamento di Tecnica della Scuola Live di ieri 30 agosto, durante il quale si è confrontato con Gabriele Toccafondi, componente della Commissione Cultura e Istruzione alla Camera, Italia Viva (Terzo polo) sul programma elettorale delle proprie coalizioni in vista del voto del 25 settembre, si è fatto portavoce delle esigenze dei precari: “I precari hanno ragione. Ci sono precari che aspettano da 5, 10, 15 anni, addirittura 25 anni per quanto riguarda gli insegnanti di religione. Non è possibile ritrovarsi a 40, 45, 50 anni senza una stabilità nel lavoro”.

“Il problema comunque coinvolge soprattutto i ragazzi, che hanno diritto ad avere i loro insegnanti titolari dal primo all’ultimo giorno di scuola, soprattutto coloro che hanno difficoltà. Questi a volte si ritrovano a veder cambiare i loro insegnanti anche 3/4 volte durante un solo anno scolastico. Non si può continuare in questo modo. Chiediamo una fase transitoria che rimetta un po’ di ordine”, ha aggiunto Pittoni considerando chi sta dall’altro lato della cattedra.

Il Governo uscente riuscirà ad apportare modifiche al Decreto Aiuti bis?

Uno dei punti chiave su cui si sono concentrati i manifestanti è la figura del ‘docente esperto‘ introdotta dal Decreto Aiuti bis in questi giorni in esame al Senato. Il nostro direttore ha chiesto a Pittoni se pensa che ci sia la possibilità di apportare modifiche immediate al Decreto prima dell’avvento del nuovo Governo.

“Ci hanno già avvertiti che i tempi saranno strettissimi per eventuali modifiche. Difficile che passi anche solo un emendamento correttivo. Ci si potrà lavorare dopo il voto”, questa la risposta secca di Pittoni, coinvolto in prima persona nei lavori.