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Problema precariato: ma quanti bisogna assumerne?

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Rinnovo del contratto e immissione in ruolo dei precari sono i due temi che tengono banco nel dibattito sindacale che si sta sviluppando in questi giorni nel mondo della scuola.

In fatto di precariato la situazione rischia di sfuggire al controllo di Governo e sindacati. Poco più di un mese fa era stato il senatore di Alleanza Nazionale Valditara a lanciare il sasso nello stagno e a proporre l’immediata assunzione di 80 mila precari rimandando però di 5 anni la ricostruzione della carriera: in questo modo, aveva sostenuto il parlamentare, non si aumentano i costi per lo Stato e l’operazione potrebbe avere l’avallo del Ministro dell’Economia.
La sortita di Valditara non poteva lasciare indifferente Letizia Moratti, soprattutto in un momento in cui a destra, a sinistra e al centro si stanno affilando le armi in vista delle prossime elezioni regionali e così pochi giorni dopo il Ministro aveva rilanciato: "Immettere in ruolo 80mila precari? Non se ne parla proprio: bisogna assumerne al minimo 200mila".
L’annuncio aveva suscitato perplessità fra i sindacati: "Siamo alle solite promesse pre-elettorali" era stato il commento generale, ma poi in molti si sono lasciati prendere la mano dai facili entusiasmi e così leggendo le cronache delle manifestazioni svoltesi in tutta Italia in occasione dello sciopero del 18 marzo, si scopre che ormai la corsa al rialzo non conosce più limiti, quasi come quando in Borsa si scatena l’euforia da acquisti e azioni che nessun voleva neppure in regalo triplicano di valore in pochi giorni. I Cobas chiedono l’immediata immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e c’è che fa i calcoli in prospettiva: 200mila assunzioni basterebbero sì e no per il 2005/2006, ma bisogna pensare alla sostituzione dei prossimi pensionamenti; a conti fatti ci vogliono 400mila immissioni in ruolo nell’arco di 2-3 anni.
Pur ammettendo che l’operazione non abbia costi, per portare  a termine il programma di maxi-assunzioni, bisognerà affrontare alcuni problemi di non facile soluzione; innanzitutto: con quali procedure verrà immessa in ruolo una tale quantità di precari? Dove si troveranno risorse (umane, prima che economiche) per organizzare le migliaia di corsi di formazione necessari?
Ma il problema maggiore potrebbe essere un altro: coprire tutti i posti vacanti con personale di ruolo significherebbe di fatto bloccare quasi del tutto la mobilità del personale già in servizio. Per eliminare il problema del precariato, i 700mila docenti di ruolo delle scuole italiane saranno disposti a rinunciare alla mobilità per i prossimi anni?