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Procedimento disciplinare: meno tutele per docenti e Ata

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Una importante modifica in materia di procedimento disciplinare introdotta dal “decreto Madia” sta passando pressoché inosservata.

D’ora innanzi i procedimenti disciplinari nei confronti dei pubblici dipendenti (e quindi anche nei confronti del personale della scuola) condotti in violazione delle procedure previste o senza il rispetto dei termini stabiliti per le diverse fasi continueranno ad essere validi a meno che non risulti “irrimediabilmente compromesso il diritto di difesa del dipendente e le modalità di esercizio dell’azione disciplinare”.

 

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In base alle norme attualmente in vigore il mancato rispetto delle procedure e della tempistica fa addirittura venir meno la possibilità di esercitare l’azione disciplinare e rende del tutto nullo l’intero procedimento
Si tratta di una garanzia importante che è servita molto spesso a docenti e personale Ata per uscire indenni da contenziosi disciplinari molto complessi.
Per esempio il dirigente scolastico deve predisporre la contestazione d’addebito entro 20 giorni dal momento in cui viene a conoscenza dell’infrazione. Un ritardo di questo atto determina la nullità di tutti gli atti successivi, e così via.
Con la riforma prevista dal decreto all’esame del Parlamento cambia assolutamente tutto perché né i ritardi né gli errori procedurali produrranno effetti così pesanti.

Evidentemente l’Amministrazione si è resa conto che spesso i dipendenti escono vincenti dal contenzioso proprio a causa degli errori dei dirigenti preposti all’azione disciplinare. Anzichè affrontare il problema promuovendo iniziative di formazione rivolte ai dirigenti scolastici si è preferito allargare le maglie in modo da evitare l’annullamento dei procedimenti traballanti.
Ma questa soluzione, come è facile comprendere, abbassa notevolmente le tutele per insegnanti e personale Ata.