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Proroga dei “corsetti” per la specializzazione sul sostegno: per chi suona la campana?

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Da Salvatore Nocera, già presidente del Movimento apostolico ciechi, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Negli ultimi giorni di Ottobre, mentre l’opinione pubblica era totalmente  presa, prima dalle ultime battute sull’approvazione definitiva della  controversissima proposta di legge sulla separazione delle carriere dei Magistrati, poi sull’incontro tra Trump ed il Presidente cinese, ed infine dal Parere negativo della Corte dei conti sulla costruzione del fantomatico “ponte sullo Stretto”, in totale silenzio, tre “ manine” di Senatori della Lega hanno inserito con una tecnica legislativa degna dei migliori illusionisti, un emendamentino alla legge in discussione sulla riforma degli esami di maturità ed il corretto avvio dell’anno scolastico.

L’emendamento proroga, anche per il prossimo anno i “corsetti  di specializzazione sul sostegno agli studenti con disabilità”, assegnati lo scorso anno, eccezionalmente per la prima volta nella storia della specializzazione in Italia, all’INDIRE (Istituto nazionale per la documentazione, l’innovazione e la ricerca educativa), dagli articoli 6 e 7 del decreto-legge n. 71/2024, convertito dalla l. n. 126/2024; tali articoli prevedono percorsi formativi di 30 CFU ( crediti formativi universitari ), dimezzati  rispetto a quelli ordinari gestiti  da sempre dalle Università con ben 60 CFU, corrispondenti a circa millecinquecento ore di lezioni, tirocinio e laboratori, da svolgersi tutti in presenza, mentre i corsetti INDIRE si stanno svolgendo a distanza (talora anche in modalità asincrona), registrandosi la frequenza in contemporanea online di oltre duemilatrecento docenti.

Tali corsi speciali sono aperti ai docenti che hanno svolto, negli ultimi cinque anni (anch’essi prorogati ad 8 dall’emendamentino) per almeno tre anni attività di sostegno senza specializzazione, ed ai docenti che hanno preso all’estero un diploma di specializzazione, che sono risultati non validati in Italia dal Ministero dell’Istruzione e del merito (MIM), per i quali i titolari hanno in corso ricorsi per ottenerne la convalida. La motivazione datane lo scorso anno era stata che occorreva colmare il vuoto di docenti di sostegno specializzati.
La SIPES (Società italiana di pedagogia speciale) aveva levato gli scudi contro questa norma eccezionale e svilente la cultura; pure le associazioni  delle  persone con disabilità e delle loro famiglie erano contrarie inizialmente; però a seguito di una durissima contrattazione della fish, si era riusciti ad ottenere “la riduzione del danno”, con l’aumento di altri dieci CFU, e l’impegno del Governo a non ripetere mai più per i prossimi anni tale paurosa riduzione della formazione dei docenti che debbono curare, insieme ai colleghi disciplinari, l’inclusione scolastica dei loro figli.

Quale è stata quindi la meraviglia nel vedere comparire questa normetta, nascosta tra le pieghe di altre diversissime norme, e per giunta, ancora una volta, in una proposta di legge di conversione di un decreto-legge, decreti che dovrebbero riguardare  solo “casi straordinari di necessità ed urgenza” e che invece si ripeteva dopo l’improvvisa decretazione d’urgenza del 2024.

Di fronte a questa imprevista operazione, culturalmente al ribasso, simile a quella della “rottamazione delle cartelle esattoriali”, con cui debitori del Fisco, se rinunciano al loro contenzioso in corso, ottengono di pagare una somma ben inferiore a quella che avrebbero dovuto se accertata pienamente al termine delle cause, si è avuta una reazione dell’opinione pubblica. Infatti, molti docenti specializzati coi corsi ordinari, genitori, docenti universitari e esperti, hanno costituito  due comitati, il primo denominato Collettivo dei docenti di sostegno specializzati  (CDSS ) e l’altro, denominato Movimento unitario per l’inclusione scolastica e sociale  (MUISS), che hanno protestato, inviando anche ai parlamentari proteste e richieste di ritiro di tale spurio emendamento.

Le Associazioni, facenti parte della FISH hanno inviato, suo tramite, ai parlamentari ben tre richieste di  ritiro, due al Senato quando la legge era in esame in sede referente,  e l’altra quando era andata in Aula, e la terza alla Camera, con la richiesta almeno dell’aumento di altri 10 CFU; ma tutto è stato inutile. Il 28 ottobre la legge, con l’” intruso” emendamento è stata approvata, mentre davanti Montecitorio tre giovani professoresse del CDSS, specializzate con i corsi ordinari, facevano un presidio vestite di nero con delle maschere bianche e con un altoparlante che scandiva slogan e diffondeva brani musicali con la curiosità e l’interesse dei passanti.

Ora questi corsetti , ripetutisi quest’anno, verranno sicuramente prorogati negli anni successivi, dal momento che il “vuoto” di docenti di sostegno specializzati continuerà a permanere per moltissimi anni. Infatti ad es. per il prossimo anno il MIM ha bandito un concorso per circa ottomila posti di sostegno.
Il guaio è però che, ormai da molti anni, annualmente transitano da posto di sostegno a cattedra disciplinare circa diecimila docenti di sostegno di ruolo e quindi, già quest’anno, si creerà un ulteriore “ vuoto” di duemila docenti specializzati, senza contare quanti andranno in pensione.

Invece di questi corsetti, da più parti e pure dalla FISH, si chiede l’istituzione, presso le facoltà di scienze della formazione, di scuole di specializzazione post-lauream, come avviene ad esesempio in medicina, dotate delle debite risorse finanziarie; esse dovrebbero organizzare corsi di specializzazione, ciascuna per  non troppi docenti, in modo da poterne seguire seriamente la formazione e sulla base delle necessità delle scuole individuate dal MIM.
Invece, attualmente si assiste all’assurdo che in alcune regioni, specie del Nord, mancano docenti specializzati, mentre in altre, come al Sud, c’è una sovrabbondanza di docenti specializzati, destinati alla disoccupazione.
Inoltre, occorrerebbe potenziare la formazione iniziale ed in servizio dei docenti disciplinari, dal momento che è principio fondamentale dell’inclusione scolastica che essa si realizza da parte dei docenti disciplinari “sostenuti” dai colleghi specializzati.

Infine, da più parti si chiede di portare a centoventi i CFU e quindi a due anni la specializzazione per il sostegno, attualmente di soli 60 CFU, dal momento che essa dal 1986 è divenuta “polivalente”, cioè in grado di affrontare i bisogni educativi nascenti dalle diverse condizioni degli alunni con disabilità. L’assurdo è che quando i corsi di specializzazione erano “ monovalenti”, ad es. per alunni ciechi, sordi con disabilità intellettive, essi duravano ben due anni. Adesso, con i “corsetti INDIRE” , essi sarebbero durati inizialmente addirittura pochi mesi con trenta CFU, portati a quaranta grazie all’intervento non risolutivo della FISH.

In questa disastrosa situazione non ci resta che sperare nell’attenta analisi che della legga appena approvata faranno gli Uffici della Presidenza della Repubblica, come effettuata dal Capo dello Stato , prima della promulgazione, con la legge sull’istituzione, come festività nazionale del 4 Ottobre, ricorrenza della festa di san Francesco d’Assisi.

Comunque, stiamo assistendo nel nuovo millennio ad un lento declino della qualità del’inclusione scolastica, documentato dall’emanazione di buone norme inclusive paralizzate dalla mancata attuazione dei provvedimenti amministrativi applicati e dalla carenza di formazione dei docenti, e la quasi scomparsa di ispettori ministeriali seriamente formati sugli aspetti normativi e didattici dell’inclusione scolastica, come avveniva negli ultimi decenni del secolo scorso.

E dire che quest’anno celebriamo i cinquant’anni dall’emanazione del “documento Falcucci”, che diede i principi fondamentali e la normativa iniziale seria sull’integrazione scolastica.
Celebrare questa ricorrenza con la proroga dei “corsetti “  è veramente un oltraggio alla memoria di quella illuminata Ministra.
Hernest Emingway  ha intitolato  il  suo famoso romanzo “Per chi suona la campana”.
Dal 28 Ottobre 2025 possiamo dire che la campana suona per la morte della qualità dell’inclusione scolastica.