Riconoscimento anno 2013, le novità dalla Cassazione

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Si è tenuta mercoledì 2 aprile, dinanzi alla sezione Lavoro della Corte di Cassazione, l’attesa udienza sul ricorso presentato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito contro la sentenza della Corte d’Appello di Firenze. La questione riguarda il riconoscimento dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera del personale scolastico, sia docente che non docente.

La Corte d’Appello di Firenze aveva stabilito che il blocco stipendiale imposto per l’anno 2013 dovesse rimanere circoscritto esclusivamente a quell’anno e non influenzare gli sviluppi successivi di carriera. Tale interpretazione ha aperto la possibilità di considerare il 2013 nel calcolo dell’anzianità di servizio, con evidenti ripercussioni economiche per il personale scolastico coinvolto.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha immediatamente reagito presentando ricorso in Cassazione contro questa decisione. Durante l’udienza, celebrata a piazza Cavour, si è registrata un’assenza significativa: l’Avvocatura generale dello Stato non ha preso parte alla discussione orale. Di conseguenza, il dibattito si è svolto esclusivamente tra il procuratore dei lavoratori e il magistrato relatore, la dottoressa Di Paolantonio.

Nel corso della discussione sono stati messi in evidenza i punti di forza della sentenza della Corte d’Appello di Firenze e le argomentazioni a favore del superamento dell’eccezione principale sollevata dal Ministero. Quest’ultimo ha sottolineato le potenziali ripercussioni finanziarie sul bilancio dello Stato qualora il ricorso venisse accolto. Tuttavia, la decisione finale spetta ora alla Corte di Cassazione, la cui sentenza è attesa nelle prossime settimane.

L’esito di questa vicenda potrebbe avere conseguenze rilevanti per migliaia di lavoratori del comparto scuola, che attendono con speranza un pronunciamento favorevole al riconoscimento dell’anno 2013 ai fini della progressione economica e di carriera. Non resta che attendere il verdetto definitivo.

Gilda:

“Riteniamo che sia opportuno per l’amministrazione prevenire eventuali contenziosi, anche per evitare aggravi sulle risorse dello Stato e ribadiamo la necessità di un’azione politica, oltre ad una destinazione più ampia delle risorse contrattuali nei cedolini del personale insegnante”. È quanto afferma il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana.

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