Home Personale Ricostruzione di carriera, se è sbagliata dopo 10 anni non scatta la...

Ricostruzione di carriera, se è sbagliata dopo 10 anni non scatta la prescrizione

CONDIVIDI

Il personale docente e Ata di ruolo, con più di 4 anni di supplenza, ha sempre diritto a ricorrere in caso di ricostruzione di carriera priva dell’intero periodo di precariato svolto.

Il ricorso può essere presentato anche a più di 10 anni dall’immissione in ruolo, perché su questa materia non esiste alcuna prescrizione, quindi anche gli assunti prima del 2005. E può comportare arretrati corposi, fino a 30mila euro in caso di lungo precariato e incrementi stipendiali anche di 200 euro mensili. A questa conclusione sono giunti, il 31 ottobre, gli avvocati del sindacato Anief, nel corso della XIII conferenza organizzativa dei legali svolta a Roma.

 

{loadposition bonus}

 

Il mega-ricorso avviato dal sindacato parte dal presupposto delle decisioni assunte negli ultimi mesi da alcuni giudici del lavoro, come accaduto di recente a Torino e a Genova, che hanno riconosciuto questo principio per il personale precario: applicando la parità di trattamento dei dipendenti – ragiona l’Anief – è venuta infatti meno la norma del Testo Unico della scuola, risalente al 2004, che prevede la diversità di trattamento tra assunti a tempo indeterminato e determinato. Ora il sindacato chiederà, per analogia, di recuperare gli stessi arretrati e adeguamenti anche per tutto il personale di ruolo.

“Abbiamo buoni motivi per avviare questo ricorso, che si preannuncia imponente – ha detto Marcello Pacifico, presidente Anief – perché riguarda oltre 350 mila lavoratori della scuola potenziali, docenti e Ata: praticamente, sono tutti coloro che hanno svolto anni e anni, non di rado decenni, di precariato. Sempre percependo stipendi fermi all’inquadramento iniziale. Il problema è che una volta entrati in ruolo, Miur e ragioneria dello Stato con la ricostruzione di carriera hanno loro riconosciuto solo una parte di adeguamento stipendiale e di arretrati relativi a quel periodo. Violando in tal modo, palesemente, le norme comunitarie sulla parità di trattamento del personale”.

 

Metti MI PIACE sulla nostra pagina Facebook per sapere tutte le notizie dal mondo della scuola