Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Riforma della scuola: parla la difesa

Riforma della scuola: parla la difesa

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Il Ministero affida ad un documento di una ventina di cartella la propria “difesa” contro i molteplici attacchi alla riforma della scuola sferrati in questi mesi dai sindacati.
E che siano proprio le parti sociali i destinatari dei chiarimenti di Letizia Moratti e di tutto il suo staff non c’è alcun dubbio; il lungo comunicato si apre infatti con una affermazione inequivocabile: “In risposta ad errate e strumentali affermazioni ed interpretazioni di provenienza sindacale il Ministero dell’Istruzione nel rispetto della verità e della corretta informazione, precisa…”
A questo punto seguono i chiarimenti, articolati in almeno 25 punti per ciascuno dei quali viene presentata la tesi dell’ “accusa” (“E’ stato erroneamente sostenuto“) e subito dopo la “verità della difesa” (“Il Miur risponde”).
Tutte le questione calde su cui si è sviluppato il dibattito politico e sindacale negli ultimi mesi vengono affrontate e su ciascuna di esse il Ministero fornisce la propria verità.
Si apre con il tutor che, precisa il Miur, “è una funzione e non una nuova figura di docente”.
Si passa poi alle Indicazioni Nazionali che “hanno piena validità ed efficacia perché costituiscono, nelle more dell’emanazione dei Regolamenti, fonti normative primarie di riferimento, facenti parte integrante del Decreto 59”
E parlando degli anticipi nella scuola dell’infanzia il Ministro rivendica di “essersi impegnato già da qualche anno nella generalizzazione del servizio della scuola dell’infanzia e di aver istituito nell’ultimo triennio circa 1.500 posti in più”.
Anche su tempo pieno e tempo prolungato le proteste sindacali si sono rivelate secondo il Miur dei falsi allarmi”: “Le 30 ore – sottolinea il Ministro – sono state confermate in maniera generalizzata e l’orario da 30 a 40 ore, comprensivo della mensa e del dopo-mensa è passato dal 21% al 23,5% nella scuola primaria e dal 28% al 30% nella scuola secondaria di I grado”.
Passando poi alla questione della “valutazione Invalsi” alla posizione sindacale (“La partecipazione obbligatoria delle scuole alle prove non è prevista dalle norme”) il Miur chiarisce che “i compiti affidati all’Istituto sono pienamente coerenti con il quadro delle competenze e delle iniziative di carattere internazionale in materia di valutazione” ma in realtà non dice nulla di preciso in merito alla obbligatorietà (problema che peraltro sta “esplodendo” in alcune regione dove Ispettori e Uffici scolastici regionali stanno pensando anche ad interventi sanzionatori nei confronti di scuole e dirigenti scolastici che hanno deciso di non aderire alla rilevazione di sistema prevista peraltro da una apposita direttiva ministeriale).
Il documento passa in rassegna anche i problemi del decreto sul secondo ciclo, degli organici, dei compiti e dei poteri dei dirigenti scolastici oltre che delle conseguente della sentenza della Corte Costituzionale con la quale sono stati parzialmente accolti i ricorsi delle regioni Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia.
Venti cartelle di “botta e risposta” che quasi certamente anziché servire da chiarimento non faranno altro che riaprire e rinfocolare le polemiche. Cgil-Flc parla già di “operazione consenso per dimostrare l’impossibile”.