
Rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Scuola 2022-2024: ci siamo quasi. Come abbiamo già scritto, l’Aran ha presentato una proposta economica ufficiale, con aumenti salariali medi proposti che variano da 82 a 186 euro mensili per il personale amministrativo e da 105 a 177 euro per i docenti. Da sottolineare l’importanza di un imminente incontro tra l’Aran e i sindacati per discutere questa proposta, ma anche la possibilità che il Ministro Valditara possa ancora trovare ulteriori fondi dalla Legge di Bilancio 2026.
Le posizioni dei sindacati
Diverse le posizioni dei sindacati sulla proposta attuale, con la Cisl Scuola e lo Snals propensi ad accettare, e la Flc-Cgil critica, evidenziando come i sindacati minori potrebbero diventare l’ago della bilancia nella decisione finale. La Gilda degli Insegnanti, infatti, in una nota ha commentato: “Oggi – spiega Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale – il comparto coinvolge più di un milione e trecentomila dipendenti, includendo oltre al personale della scuola, anche i dipendenti dell’università, quelli dell’Afam e quelli della ricerca. Questo rende ancor più complicate le trattative, perché si devono conciliare ambiti tra loro estremamente differenti, soprattutto quando si devono contrattare gli aspetti normativi. Il risultato è un contratto con una parte comune e una parte suddivisa per settori che diventa di difficile lettura”.
“Per il triennio 2022/2024 – afferma Castellana – l’inflazione reale rispetto a quella programmata, è andata ben oltre il 16%, mentre le risorse previste per gli incrementi stipendiali sono pari al 6%. Questo penalizza doppiamente il mondo della scuola, prima di tutto per il dato evidente che c’è un enorme differenza tra quanto previsto per il contratto e quello che è stato il tasso di inflazione, ma anche perché pur partendo da livelli retributivi inferiori rispetto al resto del pubblico impiego, con questo contratto le differenze non solo non si appianeranno, ma anzi si amplieranno, per il semplice fatto che aumentando a tutti in termini percentuali, chi guadagna di più riceverà un incremento maggiore rispetto a chi guadagna di meno”.




