Home Politica scolastica Scrima: “Scatti, missione compiuta. Ora il governo investa nuove risorse”

Scrima: “Scatti, missione compiuta. Ora il governo investa nuove risorse”

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L’accordo di oggi sugli scatti di anzianità e le posizioni economiche del personale ata dimostra, ancora una volta, che anche in tempi di grandissime difficoltà un sindacato che non fugge di fronte ai problemi e sa assumersi le sue responsabilità riesce a ottenere risultati importanti.
Questo lo è certamente, come quelli che lo hanno preceduto e che hanno permesso di ridare piena validità al 2010, al 2011 e oggi al 2012 ai fini delle progressioni di anzianità. Un risultato che risponde a un preciso obiettivo: tutelare il salario fondamentale, il salario di tutti. Un obiettivo che abbiamo inseguito con impegno e determinazione svolgendo fino in fondo il nostro ruolo di sindacato che si confronta, contratta e costruisce intese. Assumendosi la responsabilità delle scelte necessarie.
I lavoratori della scuola sanno bene che la scelta di utilizzare per gli scatti una parte delle risorse del fondo d’istituto non aveva alternative, se non quella di venire meno alla difesa del salario fondamentale, per noi assolutamente prioritaria in questa fase di contratti bloccati.
E’ un buon risultato anche quello ottenuto sulle posizioni economiche del personale ata, salvaguardate fino a tutto l’anno scolastico 2013/14.
Al governo in carica, che produce in continuazione annunci di interventi sull’istruzione e la formazione, si rivolge ora la nostra sfida: passi dalle parole ai fatti, rendendo disponibili prima di ogni altra cosa le risorse necessarie per sostenere la qualità e l’efficacia del lavoro nelle nostre scuole.
È inutile fare ogni giorni proclami di riforma se non si è disposti a sostenere i processi di innovazione con adeguati investimenti; come noi abbiamo dimostrato di saper fare, anche il governo abbia il coraggio e la lungimiranza di fare scelte di priorità. Investire in istruzione e formazione, rinnovare un contratto fermo da sette anni: ecco i segnali di attenzione e di cambiamento che il mondo della scuola attende, ormai da troppo tempo.