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Se si vuole la Dad per la scuola, anche il parlamento discuta via internet

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Dal prof Marco Pappalardo, docente di lettere nei licei e collaboratore esterno del quotidiano La Sicilia di Catania e dell’Avvenire, riceviamo una interessante riflessione sulla didattica a distanza con riferimento ai lavori parlamentari. 

Stupisce la quantità di parlamentari colpiti ed in quarantena tanto da paventare una chiusura del Parlamento o il rinvio dei lavori! Possibile che bambini, ragazzi e adolescenti in un mese di scuola siano stati più responsabili dei nostri politici? Possibile che dentro i palazzi della politica non si sia stati in grado di far rispettare le basilari norme del distanziamento, della mascherina e dell’igienizzazione a quanti ogni giorno da mesi tengono comizi sull’argomento? Possibile che i vasti ambienti di cui godono i parlamentari siano più pericolosi delle aule scolastiche che non brillano per ampiezza rispetto alla quantità alunni e docenti? Possibile, ancora, che i mezzi di trasporto usati per recarsi in Parlamento siano persino peggiori di quelli pubblici presi dagli alunni e dal personale? 

Qualcuno potrebbe dire che sono stati contagiati fuori dai palazzi, ma non sarebbe una buona giustificazione e neanche un buon esempio, visto che il popolo (e soprattutto ragazzi e giovani) è “accusato” di non rispettare fuori le regole e di assembrarsi. Possibile che sull’apertura e sulla chiusura (cioè il passaggio alla didattica a distanza che non è chiusura!) della scuola, alla fine, decideranno gli stessi politici che pare non siano in grado di tenere aperta la più importante istituzione democratica del nostro Paese? E non fa sorridere che il gigante scuola a marzo abbia dovuto reinventarsi in una settimana con la DaD e loro non riescano ad organizzarsi per gestire da casa le sedute parlamentari? 

A dire del Governo e di diversi esponenti politici la scuola è un luogo sicuro e con regole certe in materia di prevenzione del virus: a questo punto c’è da crederci? I problemi sorgono fuori a causa dei trasporti affollati e della movida: ma non diamo la colpa solo ai giovani! I contagi tra docenti, alunni e personale, leggendo alcuni dati, non sono significativi a quanto pare: peccato che non sappiamo quanti hanno contagiato fuori ed in casa a loro volta. 

Dunque non si passa alla didattica a distanza per ora e, chi lo ha fatto in alcune regioni, sta sbagliando! In fondo è bello avere un primato positivo finalmente e non essere il solito fanalino di coda, considerato l’alto numero di persone che frequentano i nostri istituti: negli ospedali ci si contagia facilmente pur con tutti i presidi, le RSA non hanno imparato la lezione, alcune caserme a dispetto dell’ordine e la sicurezza sono piccoli focolai. Certo, che tutto questo sia usato come una bandiera da sventolare mentre il Parlamento è a metà servizio, fa pensare e sospirare! 

Marco Pappalardo