Home Archivio storico 1998-2013 Generico “Sicurezza Stradale, 2010 obiettivo fallito”

“Sicurezza Stradale, 2010 obiettivo fallito”

CONDIVIDI
A volte i numeri valgono più delle parole: come nel caso della sicurezza stradale. Visto che gli appelli e gli inviti alla prudenza non bastano, l’associazione ‘BastaUnAttimo’ ha deciso di divulgare al grande pubblico la quantità di persone che ogni giorno in Italia perdono la vita in incidenti stradali: durante la conferenza “Sicurezza Stradale, 2010 obiettivo fallito”, svolta il 15 novembre a Roma, il portavoce Carmelo Lentino ha sottolineato che ogni giorno 13 persone muoiono sulla strada, corrispondenti a 4.000 vittime l’anno, un costo umano “enorme”, a cui si aggiunge quello economico di 40 miliardi di euro per le quasi 800mila persone che finiscono negli ospedali dopo un incidente.

Durante la conferenza, promossa da AssoGiovani e Forum Nazionale Giovani, il portavoce si è anche soffermato sulle cause principali degli incidenti: l’alcol, la velocità, i tamponamenti e i dissesti. Per poi dire che i più colpiti rimangono i bambini e i ragazzi fino ai 25 anni d’età. Anche le donne sono spesso vittime, ma passive, quindi nel ruolo di passeggere o pedoni. “Accanto a tutto questo – continua Lentino – sono stati stimati oltre 20.000 invalidi all’anno dopo un incidente stradale”.
“Il problema della sicurezza stradale deve diventare una delle priorità del nostro Paese: stiamo ancora attendendo un’agenzia nazionale che possa coordinare l’attività sul territorio e che funga da raccoglitore dati. Serve più sensibilizzazione, ma soprattutto serve insegnare come si guida ai nostri giovani fin dalle scuole elementari. Il rappresentante dell’associazione non ha usato la diplomazia per dire che l’Italia ha fallito gli obiettivi dell’Unione Europea per il 2010: ora, per il 2020, – ha continuato – non possiamo ripetere questa debacle”. E per questo Lentino sottolinea che associazioni, fondazioni, istituzioni a tutti i livelli devono lavorare insieme: “Serve un coordinamento affinché gli interventi si dimostrino incisivi e raggiungano il più ampio numero di persone. Solo in questo modo – conclude – riusciremo a fare concretamente qualcosa sul fronte degli incidenti”.