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Sostegno, il posto libero può andare anche ad un docente non specializzato di ruolo

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Non è la prima volta che il giudice sostiene che il posto di sostegno può essere dato anche ad un docente senza specializzazione, laddove non ci sono colleghi specializzati ed è destinato poi ad andare ad un precario privo del titolo.

IL TRIBUNALE DI PISA NON HA DUBBI

Stavolta ad esprimersi così è stata la sezione Lavoro del Tribunale di Pisa, che ha dato il suo primo assenso, seppure non ancora definitivo, sulla domanda di assegnazione provvisoria annuale presentata da un docente sardo assunto a tempo indeterminato in Toscana.

Gli ha concesso un primo via libera, quindi, alla riapertura della procedura di assegnazione provvisoria per essere collocato in provincia di Cagliari, dopo che il docente aveva motivato la richiesta di assegnazione provvisoria sul posto di sostegno, al fine di stare vicino alla madre bisognosa di cure.

IL MIUR: DISCO ROSSO

Il Miur, invece, alla stessa richiesta aveva detto no: solo che il diniego è arrivato non per la mancanza di posti di sostegno nel cagliaritano, ma per il fatto che il richiedente non era specializzato.

Quando, però, lo stesso docente rimasto in Toscana, ha scoperto che a Cagliari erano stati reclutati docenti non di ruolo, sempre non specializzati sul sostegno, per andare a ricoprire i medesimi posti vacanti, ha deciso di presentare ricorso.

Assistito dai legali Nicola Norfo e Elisabetta Mameli, che operano per la Uil Scuola Cagliari, il prof è riuscito nell’impresa di tornare a casa per un anno. E accudire la madre.

ORA SI ATTENDE LA SENTENZA DI MERITO

“Gli avvocati e il sindacato soddisfatti del risultato raggiunto, seppur con un cauto ottimismo, auspicano che questo provvedimento spiani la strada ai numerosi contenziosi già radicati in diversi Tribunali Italiani, fiduciosi che tale provvedimento dia ai docenti sardi trasferitisi una possibilità per un prossimo rientro in terra d’origine”, hanno fatto sapere i legali.

I giudici, infatti, a breve esamineranno la questione sul merito. Al termine dalla quale, in linea teorica, potrebbero anche sovvertire il primo “verdetto”.