Home Attualità Stop ai cellulari a scuola, Valditara propone all’Ue il divieto: “Se vogliamo...

Stop ai cellulari a scuola, Valditara propone all’Ue il divieto: “Se vogliamo davvero bene ai nostri figli, dobbiamo garantire una pausa dagli smartphone”

CONDIVIDI

Come abbiamo già scritto, oggi, 12 maggio, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha presentato alla Commissione Europea, una proposta formale relativa al divieto di utilizzo degli smartphone fino a 14 anni nelle scuole dell’Unione Europea.

I risultati degli studi scientifici – ha dichiarato Valditara – dimostrano che l’abuso di dispositivi mobili durante l’infanzia e la preadolescenza incide negativamente sullo sviluppo cognitivo, causando perdita di concentrazione e memoria, riduzione delle competenze linguistiche e del pensiero critico. Oltre al calo delle performance scolastiche, l’uso eccessivo degli smartphone in età precoce è riconosciuto come una delle principali cause di isolamento sociale. È giunto il momento di intervenire con decisione per tutelare il benessere e l’apprendimento dei nostri giovani”, aggiungendo: “Valuteremo se estendere il divieto anche alle superiori“.

La proposta italiana si inserisce in un contesto europeo già attivo su questo fronte, dove diversi Stati membri hanno adottato misure per limitare o vietare l’uso dei dispositivi mobili nelle scuole, in particolare per gli alunni più piccoli.

In Italia c’è già il divieto dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di I grado

In Italia, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha già avviato alcuni interventi. Infatti, da settembre 2024, è stato introdotto il divieto di utilizzo degli smartphone in classe per tutti gli alunni, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado, mentre resta consentito l’uso dei dispositivi previsti nei piani didattici personalizzati per studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento.

Se vogliamo davvero bene ai nostri figli, dobbiamo garantirgli a scuola una pausa dai cellulari. Ora“, prosegue Valditara, “è necessario un approccio coordinato a livello europeo anche sul tema dell’accesso ai social network per contrastare fenomeni come il cyberbullismo, la pedopornografia, gli atti di autolesionismo, e la violenza di genere“.

La proposta italiana – scrive il MIM in un comunicato – ha riscosso una ampia condivisione all’interno del Consiglio. Diversi Stati membri sono intervenuti per sostenere l’iniziativa italiana. Nessun intervento contrario.