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Stop lezioni, ora i docenti tre mesi in vacanza? Giuliani: basta con questo ritornello!

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Le lezioni sono finite e nelle scuole si svolgono altre attività, ma non per questo i docenti stanno in vacanza fino alla ripresa della scuola a settembre.

Lo ha tenuto a ricordare il nostro direttore Alessandro Giuliani, nel corso della trasmissione “L’angolo del direttore”, andata in onda il 12 giugno su Radio Cusano Campus. “Anche perché – ha ricordato – tra scrutini, Esami di Stato, corsi di recupero, verifiche dei debiti, programmazioni, rimodulazione della didattica e i giorni di ferie obbligatoriamente da fruire al di fuori delle attività didattiche, in estate non è che rimangano molti giorni a disposizione dei docenti”.

Da dove esce allora il luogo comune dei tre mesi di vacanze d’estate? “In effetti è questo che purtroppo trapela a livello di opinione pubblica – risponde Giuliani – ma le cose non stanno così.

Durante l’anno, poi gli insegnanti si portano tantissimo lavoro a casa, hanno mediamente da gestire diverse classi, con centinaia di alunni da formare e valutare. Tenendo anche i rapporti con le loro famiglie. Debbono preparare verifiche e correggerle. È una mole di lavoro notevole, da svolgere anche a casa. Poi c’è l’aggiornamento, che con la Buona Scuola è diventato obbligatorio”, e che spesso si svolge proprio d’estate perché c’è più tempo a disposizione.

“Insomma, gli impegni per chi insegna sono tanti: è un vero lavoro a tempo pieno. Il tutto, è bene ricordarlo per stipendi veramente bassi rispetto alla media”, ha ribadito il direttore della Tecnica della Scuola.

Sull’apertura delle scuole d’estate, inoltre, Giuliani ha ricordato che “con l’autonomia è aumentato a dismisura il lavoro per il personale non docente, proprio negli anni in cui sono stati tagliati gli organici: tenere aperte le scuole in periodi di sospensione delle attività didattiche per attività extra comporta ulteriori oneri e impegni, da far assolvere a poche unità di personale Ata (nelle cui fila figurano non di rado ex bidelli invalidi), e per questo motivo non si possono avviare troppe attività” oltre quelle già istituzionali, come la gestione delle graduatorie, della chiamata diretta, del potenziamento e quant’altro. Non a caso, proprio questo è stato uno dei temi della protesta dei presidi dello scorso 25 maggio a Roma.

 

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Sempre a proposito del personale Ata, l’assistenza al bagno dei bambini, può essere un problema? “Certamente – ha risposto il direttore -, perché innanzitutto il genere sessuale dell’accompagnatore deve essere lo stesso. Poi, i collaboratori scolastici vanno formati e bisogna prevedere un adeguamento stipendiale, come avviene oggi con l’applicazione dell’ex articolo 7 in busta paga. Altrimenti, si farebbe un passo indietro, che non farà certo piacere ai sindacati”.

Durante la puntata si è anche parlato della carta docenti da 500 euro fruita quest’anno solo da un docente su tre: “molti di loro hanno pensato bene di unire il bonus di due annualità, creando un ‘tesoretto’ da mille euro da spendere il prossimo anno scolastico; senza contare il problema delle procedure informatiche e telematiche non sempre friendly”, ha commentato Giuliani.

La redazione di Radio Cusano Campus ha quindi chiesto delucidazioni sui trasferimenti della scuola primaria: “ci sono pochissimi posti liberi al Sud, mentre al Nord le cattedre libere sono tantissime e con le assegnazioni provvisorie” la forbice potrebbe allargarsi ulteriormente.

 

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