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Studentessa con disabilità viene promossa contro il parere dei medici, la madre: “È stata buttata fuori”

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Si parla poco del “Dopo la scuola” per i ragazzi e le ragazze con disabilità. Cosa accade a una persona giovane, ancora fragile, quando termina il percorso scolastico? E cosa succede alle famiglie che, ogni giorno, si chiedono come garantire una vita dignitosa ai propri figli?

È ciò che è accaduto a una studentessa che ha appena lasciato il liceo. Come riporta Il Tirreno, per lei, ventenne lucchese con una grave disabilità, la scuola non era solo un luogo d’apprendimento, ma l’unico spazio possibile di socialità. Dopo anni difficili, in cui passava più tempo fuori dalla classe che dentro, solo durante l’ultimo anno era riuscita a stare accanto ai compagni, a seguire qualche lezione, a fare piccoli ma preziosi passi avanti. Poi, però, è arrivata la fine: la promozione, e con essa l’uscita forzata da un ambiente in cui, finalmente, cominciava a sentirsi parte.

La madre ha provato in tutti i modi a chiederne la permanenza a scuola per un altro anno. Sostenuta dagli specialisti dell’Asl e della Stella Maris, così come dall’insegnante di sostegno, ha sollecitato la dirigente scolastica, il provveditorato, perfino un avvocato. Tutto inutile. Il consiglio di classe ha deciso che il percorso scolastico della studentessa doveva concludersi, nonostante le relazioni mediche indicassero chiaramente che la scuola era ancora l’ambiente più adatto per la sua crescita.

“Mia figlia è stata buttata fuori – racconta la madre – proprio adesso che riusciva a sedersi al banco, a salutare un compagno. Un gesto minuscolo per altri, enorme per lei. Ora ci aspetta il centro diurno, tra adulti e contesti poco stimolanti. È come se le avessero tolto un anno di vita”.

Alice, oggi, non ha più una scuola. E il suo “dopo” rischia di essere un passo indietro. Un vuoto che nessuna promozione potrà colmare.