Home Personale Sulla questione dell’obbligo della firma dei docenti, interviene la Gilda Calabria

Sulla questione dell’obbligo della firma dei docenti, interviene la Gilda Calabria

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Riguardo l’articolo “il Ds obbliga i docenti ad andare in presidenza per firmare” , riferito ad una circolare pubblicata in una scuola calabrese, interviene il Coordinatore della Gilda Calabria.

Si tratta del Prof. Nino Tindiglia che venuto a conoscenza della circolare, e letto il nostro articolo dell’8 gennaio 2017, ha ritenuto di tornare sulla vicenda con delle sue considerazioni personali.

Triste pensare che il compito di un Dirigente Scolastico sia quello di “stanare e sanzionare i furbi”.

Pensavo che il ruolo avesse un compito più nobile e gratificante, quale quello di dirigere e gestire un istituto, certo in tutta la sua complessità, quindi anche intervenire sul rispetto degli orari di entrata e di uscita dal lavoro.

Ma quanti sono questi “furbetti” da sanzionare, visto che l’insegnante ha a che fare con minorenni che non possono essere lasciati soli e che ogni volta che entra in classe deve firmare il registro di presenza, l’unico che fa testo in caso di controversie, per come sancito in alcune sentenze facilmente reperibili sul web.

La firma su fogli svolazzanti non attesta nulla, è solo un pretesto per “controllare” cosa? E poi, se si entra in istituto alle ore 8:00 e si esce alle ore 14:00 forse si deve attestare che il docente ha svolto 6 ore di servizio, anche se in classe ci è andato per 4 ore di lezione frontale?

Ritengo che siano altri i problemi delle scuole, tra questi quelli di una dirigenza più attenta ai problemi dei docenti, che sono diventati l’anello debole di una  catena in una società che si riempie la bocca di affermazioni sull’importanza dell’istruzione e poi toglie ai veri protagonisti, “i docenti” gli strumenti per essere autorevoli, sminuendo il ruolo sociale del docente additandolo come “fannullone”, con troppe ferie e troppi diritti, quando anche la Costituzione ne riconosce la “Funzione”.

Negli ultimi anni sulla scuola si è abbattuta una marea di provvedimenti, tutti all’insegna di un depotenziamento del ruolo della scuola pubblica a vantaggio della scuola privata. Scrive Adolfo Scotto Di Luzio “Lo Stato ha dismesso progressivamente il suo impegno sul terreno dell’istruzione. La Scuola Pubblica perde, si spoglia, della sua funzione di qualificazione culturale per diventare un apparato burocratico destinato al trattamento, alla gestione di una moltitudine sommariamente scolarizzata”. La legge 107/2015 ultimo scempio della scuola, una pessima legge, va in questa direzione.

Non ne gioiscano molto i Dirigenti Scolastici, perché anche Loro ne pagheranno lo scotto in termini di maggiori carichi di responsabilità, a fronte di uno stipendio che solo nella scuola è ai livelli minimi, non certo della qualifica dirigenziale, d’altronde sono tanti, sono troppi significherebbe triplicare lo stipendio ad oltre 8000 dirigenti con i buchi nelle finanze italiane, sembra impossibile.

Concludo con un appello, sediamoci attorno ad un tavolo e discutiamo seriamente delle problematiche di tutti i componenti di questa comunità, Dirigenti, Docenti ed ATA, siamo tutti sulla stessa barca, non c’è una figura più importante di un’altra, ma compiti diversi a cui bisogna sovrintendere ognuno con la propria specificità.