Home I lettori ci scrivono Sull’efficacia del reclutamento del personale docente

Sull’efficacia del reclutamento del personale docente

CONDIVIDI

Nel nostro Paese si stanno reclutando docenti per la scuola. Stando ai dati che vanno emergendo dall’ultimo concorso straordinario, gli ammessi sono pari a meno della metà dei candidati iscritti.

Moltissimi posti rimarranno vacanti a conclusione della procedura concorsuale e ciò può voler dire che gran parte dei candidati non fosse preparata. Se però si analizzano nel dettaglio i risultati emergono alcune sorprendenti – e in parte inquietanti – evidenze.
In Piemonte per la classe di concorso A027, Matematica e Fisica – una delle tanto discusse STEM per le quali è bandito un concorso estivo di cui più avanti parlerò – i vincitori sono il 26% degli iscritti, lasciando 28 cattedre vacanti; in Toscana per la medesima classe di concorso i vincitori sono il 73%.
O i fisici toscani sono molto più preparati dei fisici piemontesi, oppure il sistema concorsuale ha consentito una grande discrezionalità alle commissioni che hanno valutato magari con la medesima griglia, ma con metri assai diversi.

Aver chiesto inoltre in uno dei cinque quesiti della A020 Fisica: “Il candidato tratti i concetti di base del Caos Deterministico ed evidenzi aspetti didattici comuni ad altre materie di indirizzo (es. il concetto di equilibrio nei sistemi complessi in fisica e biologia)”, senza richiedere competenze docimologiche, risulta quanto meno imbarazzante: se nei concorsi a cattedre il Ministero dell’Istruzione deve rinnovare la richiesta di conoscenze disciplinari ai candidati in 150 minuti di prova scritta al computer, allora non vi è alcuna continuità nel sistema di formazione che lo stesso Ministero organizza e controlla.

Altro aspetto della questione è tutto interno proprio alla gestione del personale. Il Ministero, operando una così forte selezione certifica da una parte di aver messo in servizio (e ovviamente di continuare a farlo per i prossimi anni) supplenti che poi ha valutato come inidonei in un concorso e dall’altra che chi è oggetto di incarico di supplenza e spesso resta all’interno della stessa scuola per anni – il precario “di ruolo” – in realtà non è un buon docente perché non ha saputo superare la prova proprio per essere ammesso in ruolo.

Ho infine posto la questione delle STEM e voglio tornarci sopra per richiamare l’attenzione sul prossimo svolgimento del concorso estivo. Per affrontare la situazione “emergenziale” si è provveduto a effettuare un concorso riservato alle STEM e per la prova da sostenere si è pensato a snellire la procedura ricorrendo alle “crocette”: ai candidati, stavolta anche neolaureati, si proporranno 50 quesiti disciplinari, senza alcun riferimento al “mestiere dell’insegnante”. Torniamo indietro così di tanti anni…

Il reclutamento degli insegnanti è un passaggio chiave per una scuola come la nostra in cui oggi accade che, anche impegnandosi a fondo, ma non sapendo quale sia la cosa giusta da fare, dirigenti scolastici e docenti rischiano spesso di fare molto bene la cosa sbagliata.

Mauro Pichezzi