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Tagli in Sicilia, in tre anni sparite 10.000 cattedre

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Negli ultimi tre anni, in Sicilia i tagli agli insegnanti hanno prodotto la riduzione dell’organico dei docenti pari a sei-sette volte in più rispetto all’effettivo calo del numero di iscritti: a fronte di una riduzione di 1.500 alunni, la politica incentrata al risparmio ha prodotto addirittura la cancellazione di oltre 10.000 cattedre (cui bisogna aggiungere oltre 5.000 posti di Ata spariti nel nulla).

 
Il calcolo è stato realizzato dalla Flc- Cgil regionale, che sul tema ha anche presentato un accurato dossier, all’interno del quale è stata stampata anche una campagna di "controinformazione" sulla situazione del sistema dell’istruzione nell’isola e le iniziative di mobilitazione.
Ma i tagli dell’amministrazione non si sono realizzati solo sul personale: basta dire che nel 2007 le risorse destinate all’offerta formativa erano pari a 129 milioni, mentre oggi quelle a disposizione sono diventate 49 milioni.
Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc Sicilia, ha poi ricordato che “quest’anno il bilancio della regione dimezza lo stanziamento destinato al funzionamento degli istituti scolastici, che passa da 38 milioni del 2008 a 19 milioni del 2011". E come se non bastasse all’appello mancano anche quasi 900 insegnanti di sostegno: quelli che lo Stato avrebbe dovuto assumere entro l’estate appena passata.
Tutto ciò ha prodotto una pessima "riorganizzazione delle classi con il sovraffollamento, la creazione di pluriclassi nelle zone disagiate, la riduzione del tempo scuola dalle 30 ore chieste dalle famiglie a 27. Insomma è peggiorata la condizione strutturale e organizzativa generale con rischio che a poco a poco il diritto allo studio venga sempre più meno e con esso le prospettive e il futuro dei giovani siciliani". Pessimo anche il resoconto che riguarda gli atenei siciliani: i tagli al fondo per il funzionamento ordinario sono stati notevoli. Basta dire che a Palermo si è passati da una riduzione del 3% del 2009 al 15% nel 2011.

Secondo l’on. Tonino Russo, componente per il Pd della Commissione Cultura alla Camera ed eletto nelle liste siciliane, “i dati diffusi dalla Cgil sui tagli agli organici nelle scuole siciliane e i topi nelle classi in due scuole di Borgo Nuovo a Palermo (apparsi nella stessa giornata ndr) sono lo specchio dello stato di degrado, incuria e abbandono della scuola pubblica in Sicilia’. Per Russo ‘aule sovraffollate, organici sottodimensionati e strutture inadeguate ledono il diritto allo studio dei ragazzi. C’e’ bisogno di politiche serie in materie di istruzione, altro che lavagne digitali o slogan. In molti istituti del capoluogo le classi topaie sono una realtà, soprattutto nelle periferie, come dimostra la protesta di alcune mamme che questa mattina non hanno fatto andare i loro bambini a scuola, perchè c’erano i topi’. L’amministrazione cittadina è assente, Palermo è diventata una fogna e le istituzioni – conclude Russo – restano in silenzio. Serve un’inversione di rotta”.