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Un nuovo calendario scolastico per favorire il turismo? Sulla proposta Rutelli fumata nera

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Torna a far discutere la proposta del Governo di destagionalizzare il turismo introducendo un nuovo calendario scolastico. Ad accendere la polemica sono state anche stavolta le dichiarazioni di apertura fatte il 21 febbraio dal ministro dei beni culturali, Francesco Rutelli, a margine dell’inaugurazione della Borsa internazionale del Turismo.
“La proposta – ha detto il Ministro – verrà discussa con gli assessori alla scuola dopo che è stato trovato un accordo tra Stato e Regioni su un testo avanzato dal Ministro della pubblica istruzione e da me. L’esperimento prevede un nuovo calendario con una settimana in meno di vacanze estive da utilizzare meglio durante l’anno. Ci saranno vacanze più lunghe a Pasqua e durante alcune feste in calendario come il 25 aprile e il Primo maggio”.
Rispetto alle passate dichiarazioni, stavolta Rutelli ha, quindi, specificato quali sarebbero le finestre su cui spalmare i giorni di vacanza “rubati” alla pausa estiva.
Un problema comunque non da poco considerando l’assottigliamento di quest’ultima dopo l’introduzione dei debiti formativi (a partire già da quest’anno) da saldare dopo la “sospensione di giudizio” derivante dagli scrutini di fine anno.
Immediata la risposta dei sindacati della scuola, che hanno confermato tutte le loro perplessità sul modello proposto da Rutelli, soprattutto perché sinora sono stati esclusi dal dibattito: temono, in particolare, che le necessità educative e didattiche della scuola vengano messe da parte per favorire esigenze poste da altri settori. Prima di prendere qualsiasi decisione ritengono quindi indispensabile organizzare un giro di consultazioni che li coinvolga assieme a studenti, famiglie e docenti.
“Consideriamo semplicistico e sbagliato legare il calendario scolastico esclusivamente alle aspettative, pur importanti, degli operatori turistici: è una materia, questa, che non può essere delegata al ministro del turismo”, ha commentato Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, rispondendo duramente a quanto detto poco prima da Rutelli.
“Per noi – ha detto il sindacalista – sono essenziali e rimangono prioritarie le ragioni degli studenti e dell’organizzazione del lavoro scolastico, soprattutto in un momento in cui si sta cercando di arricchire ed ampliare l’offerta formativa, incrementando saperi, conoscenze e competenze, in risposta alle esigenze degli alunni e delle famiglie”.
“Eventuali modifiche del calendario devono scaturire da un’indispensabile concertazione interistituzionale tra Ministro della pubblica istruzione e Regioni”, ha concluso Scrima.
Dello stesso parere il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna: “Attenzione alle decisioni affrettate, le necessità della scuola non devono passare in secondo piano: occorre guardarsi da decisioni che possono presentare forti controindicazioni – ha spiegato Di Menna – è infatti tutto da verificare, in primo luogo, se questa è la risposta giusta per le strutture turistiche italiane che hanno problemi di scarsa produttività e di sottoutilizzo. Ciò che serve è un’offerta turistica differenziata. Le Regioni diano quindi inizio a una consultazione prima di prendere decisioni sul nuovo anno”.
“Aggiustamenti dei periodi di sospensione delle lezioni – sostiene il sindacalista – non sono di per sé contestabili, ma devono rispondere in primis a esigenze didattiche, metodologiche e organizzative. Devono avere come obiettivo prioritario l’apprendimento da parte dei ragazzi e la didattica in generale”.
Per il leader della Uil Scuola non dovrebbe essere però l’istruzione, con tutte le sue difficoltà e limiti confermati dai recenti confronti internazionali Pisa-Ocse sugli apprendimenti degli studenti, a lanciare la ciambella di salvataggio ad altri comparti nazionali in crisi: “puntare a dare fiato al turismo nel periodo di Pasqua e nei ‘ponti’ – ha concluso Di Menna – potrebbe oltretutto creare difficoltà alle famiglie che non si possono permettere settimane bianche e ferie extra”.
Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal-Snals, sostiene che quello sollevato dal ministro Rutelli è un tema di cui si parla da tempo: “periodicamente – sostiene Nigi – si ritorna a lanciare ipotesi su una diversa periodizzazione del calendario scolastico a cui seguono dichiarazioni, più o meno informate, e poi non se ne fa nulla. Per fortuna. Non è un caso che le vere associazioni di categoria, cioè i sindacati della scuola, non sono mai stati chiamati a un tavolo per discutere seriamente del problema”.
Per lo Snals cambiare la tradizionale scansione delle vacanze scolastiche comporterebbe notevoli investimenti e riorganizzazioni: “Intervenire sul calendario scolastico – sostiene il segretario nazionale – significa mettere mano a questioni complesse, che vanno dalla continuità da assicurare all’impegno didattico, alla qualità delle strutture, ai servizi di supporto, all’organizzazione del lavoro del personale scolastico”.
I meno critici verso il modello proposta da Rutelli sembrerebbero i presidi, che comunque ritengono fondamentale l’assolvimento delle necessità del comparto istruzione, anche attraverso il consenso e la collaborazione delle famiglie.
“Una certa flessibilità potrebbe anche agevolare lo svolgimento dei corsi di recupero – spiega Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale dirigenti ed alte professionalità -, ma a patto che sia compatibile con la necessità di garantire, con ampi margini di sicurezza, almeno 200 giorni di lezione effettivi, la programmazione dell’attività dei docenti, l’organizzazione della didattica”.
Anche le reazioni che giungono dal ministero della Pubblica Istruzione sembrano avallare la linea cauta dei sindacati: “il calendario scolastico è un tema di esclusiva competenza delle Regioni – ha detto il vice-ministro della Pubblica Istruzione Mariangela Bastico – ed è pertanto necessario condividere criteri comuni e tradurli in accordi, che peraltro non sono stati ancora raggiunti né tra i ministeri né con le Regioni”.
Insomma, la querelle appare tutt’altro che risolta. E il cambio di Governo non permetterà di certo una soluzione a breve termine.
La riunione, che si è tenuta in serata, però, ha dato esito negativo.

Non è stato raggiunto l’accordo sulla sperimentazione di una diversa articolazione del calendario scolastico tra gli assessori regionali all’istruzione e alla formazione per l’opposizione della Lombardia e della Regione Siciliana.

Lo ha reso noto l’assessore della regione Lazio e coordinatrice degli assessori regionali della Conferenza delle regioni, Silvia Costa la quale ha precisato che l’accordo non approderà quindi in sede di Conferenza unificata delle Regioni per la sigla.
“Tutte le regioni – ha spiegato Costa – hanno ribadito che la competenza in materia è esclusivamente propria, ma solo la maggioranza delle Regioni ha ritenuto interessante un accordo che indicasse una nuova e condivisa articolazione delle vacanze durante l’anno scolastico e quindi creando una nuova offerta turistica accanto a quelle delle vacanze estive”.
“Un’offerta – ha ricordato l’assessore del Lazio – che prevedeva da parte del ministro Francesco Rutelli una disponibilità di buoni vacanze per le famiglie meno agiate, già previste nella legge finanziaria, nonché pacchetti di offerte turistiche volti a potenziare i flussi turistici verso diverse aree del Paese e le loro risorse culturali e naturalistiche”.

A questo punto, tutto slitterà alla prossima legislatura.