
La vittoria di Donald Trump negli USA ha comportato un cambio di passo nella concezione dei servizi essenziali e di prossimità, in particolare scuole ed istituti di formazione. Oltre ad una profonda revisione dei programmi scolastici, al fine di allinearli con le disposizioni emesse centralmente, si richiede ai singoli istituti, mediante apposito pacchetto legislativo, l’ottemperanza a definite disposizioni in materia di diritti civili e discriminazione in seno alla popolazione scolastica. Nonostante numerose scuole abbiano già ottenuto, nel corso delle scorse presidenze, certificazioni equivalenti circa il tema in oggetto, la presidenza Trump minaccia di tagliare i fondi a quegli istituti che non si allineeranno entro la prossima estate. Tale approccio ha di fatto sconvolto il mondo della scuola, pubblica e privata, la quale già da tempo sta provvedendo a migliorare le condizioni di integrazione della popolazione scolastica. Valutiamo come insegnanti, Dirigenti Scolastici e studenti hanno reagito alle richieste centrali del Dipartimento dell’Istruzione.
I meccanismi di finanziamento delle scuole USA
Ogni anno, per ricevere i fondi federali, i responsabili scolastici statali e locali si impegnano con il Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti a rispettare le normative federali, comprese le leggi sui diritti civili. Si tratta di una prassi standard. Per questo motivo, quando il Dipartimento ha inviato un promemoria il 3 aprile chiedendo ai dirigenti scolastici di certificare nuovamente il rispetto delle leggi sui diritti civili, pena la perdita dei finanziamenti federali, molti sono rimasti perplessi. Non avevano forse già adempiuto a questo obbligo nel corso dell’anno scolastico? “La confusione nasce dal fatto che una cosa del genere non era mai successa prima. Noi già non permettiamo discriminazioni,” afferma David Law ai microfoni di NPR.org, prossimo presidente dell’Associazione dei Sovrintendenti Scolastici e sovrintendente del distretto scolastico pubblico di Minnetonka, in Minnesota. “Perché dovremmo certificare qualcosa che stiamo già rispettando?” Cosa sta chiedendo esattamente il Dipartimento dell’Istruzione ai dirigenti scolastici? Nella sua ultima direttiva sui programmi DEI rivolta ai dirigenti scolastici delle scuole primarie e secondarie, l’amministrazione Trump chiede che ogni dirigente scolastico statale e locale rinnovi formalmente l’impegno al rispetto del Titolo VI del Civil Rights Act, che vieta la discriminazione razziale nei programmi finanziati a livello federale. Secondo il Dipartimento, gli stati che non effettueranno la ricertificazione rischiano di perdere i fondi federali, inclusi i contributi destinati agli studenti a basso reddito.
Il nuovo DEI
L’amministrazione Trump ha imposto un nuovo ordine alle scuole, chiedendo che certifichino il rispetto della legge federale sui diritti civili, sostenendo che molti programmi di Diversità, Equità e Inclusione (DEI) violano tali leggi. Tuttavia, non è stato chiarito in modo preciso cosa costituisca una violazione, creando incertezza tra gli amministratori scolastici. Craig Trainor, funzionario del Dipartimento dell’Istruzione, ha accusato alcune scuole di usare i programmi DEI per discriminare “un gruppo di americani a favore di un altro”, senza fornire criteri oggettivi. Alcuni stati come New York, Illinois e Minnesota si sono opposti, affermando che il Dipartimento non ha l’autorità legale per imporre tali certificazioni. Altri stati repubblicani, come Arizona e New Hampshire, hanno invece appoggiato l’iniziativa, invitando i distretti a certificare la conformità ed evitando concetti come il “Critical Race Theory”. Il termine “DEI” è ritenuto troppo vago: non esiste una definizione univoca e ciò rende difficile per le scuole capire come adeguarsi. Inoltre, la mancanza di chiarezza ha creato timori legali e ha rallentato la gestione quotidiana dei distretti scolastici, che devono già occuparsi della pianificazione per l’anno successivo. Secondo alcuni esperti legali, come Julie Underwood dell’Università del Wisconsin, il provvedimento è senza precedenti e manca di un’adeguata base giuridica. Le scuole che ricevono fondi federali, in teoria, dovrebbero avere diritto a un processo equo prima che tali fondi vengano tagliati. Due dei principali sindacati degli insegnanti hanno avviato cause legali contro l’amministrazione, denunciando l’uso strumentale delle leggi sui diritti civili. In generale, questa iniziativa ha creato un “effetto raggelante” tra insegnanti e dirigenti scolastici, che temono conseguenze per qualsiasi attività educativa legata alla diversità o all’inclusione.