
Nel mondo sempre più giovani cercano di studiare la nostra lingua perché “lo stile di vita italiano affascina, come anche i valori della nostra società, la bellezza della produzione italiana e la grandezza della nostra cultura“. Per questo, “dobbiamo avere la consapevolezza di sapere chi siamo, avere ben chiara la nostra identità”. Allo stesso tempo, bisogna “riflettere sulla conoscenza della nostra lingua: secondo il Censis un terzo degli italiani fatica a comprendere un testo scritto” e per questo motivo “dobbiamo rimettere al centro del nostro insegnamento la grammatica e la sintassi“. A dirlo è stato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, durante un intervento tenuto a Roma agli Stati generali della lingua italiana in corso al Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo: una linea, quella del ministro dell’Istruzione, che ha trovato spazio anche all’interno delle Nuove Indicazioni nazionali del primo ciclo.
Valditara ha anche parlato della “promozione della lingua e della cultura” all’estero: rappresenta, ha detto, “uno strumento chiave per diffondere i nostri valori e il nostro sapere fare. È uno strumento per far crescere la nostra economia. In questo, il ruolo delle scuole italiane all’estero è fondamentale”.
Quindi, il ministro dell’Istruzione ha detto che “occorrono azioni sempre più incisive nel rinnovamento dell’insegnamento dell’italiano all’estero, dobbiamo formare i docenti stranieri e espandere le scuole italiane, è l’obiettivo del ministero dell’Istruzione”, ha spiegato Valditara, sottolineando che nelle sue missioni ha riscontrato grande interesse per i “nostri modelli didattici più innovativi“.
Quindi, il titolare del Mim ha citato il “4+2 dopo la riforma dell’istruzione tecnico-professionale”, definito “un modello innovativo unico e competitivo rispetto ad altri modelli europei, che costruisce un percorso a filiera”. Un modello oggetto di studio, ad esempio, in Paesi africani come Tunisia, Egitto, Etiopia.