
Gli studenti sono disattenti in classe non per via dei telefoni cellulari, ma perché ci sono programmi e metodi didattici frontali e funzionali solo a impartire nozioni, senza stimolare la partecipazione e l’interazione degli studenti: a scagliarsi contro la decisione del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, di dire basta agli smartphone in classe ,è stato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.
Il rappresentante studentesco sostiene che “fermarsi a dire che bisogna vietare l’utilizzo del cellulare a scuola” è “un ragionamento miope e incapace di risolvere il problema alla radice: gli studenti in classe sono disattenti perché ci sono programmi e metodi didattici frontali e funzionali solo a impartire nozioni, senza stimolare la partecipazione e l’interazione degli studenti”.
Certamente, continua Martelli, “l’utilizzo dei dispositivi tecnologici può rappresentare un’opportunità, ma solo se è funzionale all’utilizzo di materiali open source accessibili a tutti gli studenti, così da abbassare anche i costi dell’istruzione. Invece, raccomandazioni mirate ad impedire l’uso del cellulare”, come quelle arrivata negli ultimi giorni dal dicastero bianco, “dimostrano una mentalità punitiva che si è già dimostrata fallimentare nel metodo educativo”.
Per quanto riguarda compiti e verifiche da limitare con indicazioni che arrivano da Viale Trastevere, Martelli dice: “Crediamo che il problema del numero di compiti e di verifiche non possa essere solo annoverato all’utilizzo del registro elettronico piuttosto che del diario cartaceo“.
“Sicuramente – continua Martelli -, l’assegnazione di compiti all’ultimo o l’accorpamento di verifiche in pochi giorni sono metodi che danneggiano la qualità dell’apprendimento da parte degli studenti. Proprio per questo crediamo che si debba mettere un tetto massimo al numero di verifiche da poter svolgere settimanalmente, ma tramite un accordo fra le rappresentanze degli studenti e dei docenti in classe, non tramite imposizioni ministeriali”.
L’Unione degli Studenti si dice “in totale disaccordo” con il Ministro anche sul tema dell’educazione sessuale e dell’affettività: Martina Lembo Fazio, dell’esecutivo nazionale dell’Unione degli Studenti, con delega al transfemminismo, ritiene che Valditara “continua a mistificare la realtà per difendere le proprie posizioni conservatrici rispetto” a questo tema”.
La sua introduzione “nei programmi didattici serve proprio a dare gli strumenti agli studenti per potersi educare alle relazioni sociali e di farlo con consapevolezza, soprattutto in materia di rapporti sessuali e di educazione al consenso, fondamentale per contrastare la violenza di genere che continua ad essere presente nella nostra società. Inoltre, il dirottamento dei fondi per l’educazione sessuale e l‘apertura all’attività delle associazioni pro vita nelle scuole è in contraddizione rispetto a quanto dichiarato e dimostra l’intenzione di fare passi indietro persino sul fronte dei diritti civili“, conclude Martina Lembo Fazio.