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Voti più alti, contributi più bassi

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Grande rilievo ha avuto su stampa e TV del Veneto la notizia che l’Istituto tecnico industriale Planck di Treviso premia gli studenti eccellenti con uno sconto sui contributi che la scuola chiede annualmente al momento delle iscrizioni: la media del 7 comporta uno sconto di 15 euro, la media dell’8 di 45 euro. In ogni caso è indispensabile avere almeno 9 in condotta.
L’alunno con la media migliore ottiene un buono di 150 euro, pari al rimborso totale del contributo scolastico annuale. Si tratta -ha dichiarato il dirigente scolastico- di un “meccanismo supplementare per stimolare l’impegno e la responsabilità degli studenti, affinché sentano l´importanza di contribuire seriamente allo sforzo economico delle loro famiglie” nell’ambito di una azione più generale che mira a valorizzare gli alunni meritevoli.
In tempi di maxi stangata agli stipendi delle famiglie non benestanti, ben vengano incentivi di questo tipo che premiano il merito del ragazzo e procurano un risparmio al genitore.
L’idea non costituisce una novità in assoluto, quanto piuttosto una interpretazione innovativa ed estensiva del principio della dispensa dal pagamento delle tasse scolastiche (statali) per gli studenti che conseguono la media dell’otto negli scrutini finali, prevista dal vecchio articolo 200 del TU del 1994. Allora solo gli istituti tecnici e professionali chiedevano modesti contributi aggiuntivi per le spese di laboratorio. Adesso, con l’avvento dell’autonomia e specialmente negli ultimi anni col calo dei finanziamenti statali, le scuole presentano alle famiglie bollettini sempre più alti da pagare, che si affiancano alle tasse erariali propriamente dette, con la richiesta di “contributi”, che dovrebbero essere volontari e finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa, mentre troppo spesso vengono “imposti” e destinati al funzionamento ordinario. Tanto che periodicamente insorgono le Associazioni dei consumatori, dei genitori e degli studenti, chiedendo trasparenza nella finalizzazione e nella rendicontazione.
L’iniziativa dell’Istituto di Treviso segna dunque un buon comportamento da parte dell’istituzione scolastica verso la propria utenza, che va nel senso della maggiore responsabilizzazione.
L’esempio è da imitare. La contribuzione richiesta potrebbe essere ulteriormente “personalizzata” e flessibile, con la previsione di sconti per le famiglie numerose o di quote differenziate in base al reddito, secondo un principio di equità che risulterebbe essere anche molto educativo