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Webcam in un nido di Ravenna: raffica di polemiche

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Sta facendo il giro dell’Italia la notizia della webcam installata dentro le aule del micro-nido di Ravenna “I Pargoli”: il dispositivo elettronico permetterebbe infatti alle famiglie, di vedere in tempo reale, password alla mano, da casa o dall’ufficio, come procedono le giornate dei loro bimbi con meno di tre anni. I responsabili della struttura associano l’iniziativa con l’esigenza di attuare maggiore “sicurezza e trasparenza nei confronti delle istituzioni e delle stesse famiglie, ma soprattutto una sicurezza da parte dei gestori”. Parlano addirittura di compimento di “un sogno quasi irrealizzabile cioè quello di vedere da casa i propri figli quando giocano e si divertono, tutto naturalmente nel rispetto della privacy dei bimbi, genitori ed educatrici”. A tal proposito, il Garante della privacy, in tempi non sospetti dichiaratosi sempre contrario alle telecamere nelle scuole (in particolare con alunni e docenti presenti), ha già fatto sapere che sta esaminando il caso. 
Ed in ogni caso, anche se arrivasse l’ok del Garante, obiettivamente va detto che per educatrici e personale del nido l’impegno preso non è da poco: significa, infatti, essere sempre sotto controllo, peraltro di genitori, non di rado ansiosi, che potenzialmente possono interpretare in modo negativo le loro strategie educative e di cura. Per sindacati e associazioni dei genitori quello di Ravenna, invece, è un precedente molto pericoloso. Secondo la Cgil-Fp dell’Emilia Romagna siamo di fronte ad un “approccio da ‘Grande fratello’, contrario alla cultura dei servizi per l’infanzia che caratterizza da anni il territorio regionale e nel contempo non è certo rispettoso degli operatori”. 
Negativo anche il giudizio delle associazioni dei genitori: secondo Davide Guarneri, presidente nazionale dell’Age, “pare un’iniziativa volta più a sedare l’ansia e le preoccupazioni dei genitori, che a stimolare nei bambini l’autonomia e il desiderio di esplorare il mondo: i bambini devono crescere, staccandosi dai genitori, sia pure in contesti protetti”. Se l’iniziativa vuole essere una risposta a mamme e papà più insofferenti, sarebbe stato allora il caso di avviare una “formazione rivolta ai genitori, così che sappiano gestire le proprie emozioni, assumendo stili educativi positivi, incoraggianti”. Per il rappresentante dell’Age più che uno strumento che favorisce la trasparenza, l’installazione delle webcam appare inoltre una modalità per verificare l’operato degli addetti al nido. Guarnieri si rifiuta, quindi, “di accettare questa iniziativa come risposta ad alcuni rari casi di abusi compiuti all’interno di strutture per minori: l’educazione – conclude – si poggia su rapporti fiduciari tra genitori e educatori”.