Home Attualità 11 febbraio, quando le scuole chiudevano perché era una “solennità civile”

11 febbraio, quando le scuole chiudevano perché era una “solennità civile”

CONDIVIDI

Da 10 anni a questa parte l’11 febbraio ricorre la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, ricorrenza istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite con lo scopo di valorizzare il ruolo delle donne nel campo della ricerca scientifica, che per troppi anni è stata considerata terreno di caccia quasi esclusivo del sesso maschile.
Per i credenti l’11 febbraio è però anche la Giornata della Madonna di Lourdes perché in quel giorno, nel 1858, la Madonna apparve a Bernadette nella grotta di Massabielle.
E da più di 30 anni, per la Chiesa, ricorre in questa data la Giornata Mondiale del Malato.

Pochi, però, ricordano che fino a mezzo secolo fa in questa data le scuole chiudevano e studenti ed insegnanti avevano di fatto un giorno di vacanza.
E’ perché mai accadeva questo?
La spiegazione sta nella legge 260 del 1949 che aveva riordinato le regole sulle feste nazionali.
L’articolo 1 della legge stabiliva di considerare il 2 giugno “festa nazionale”.
L’articolo 2 conteneva l’elenco dei giorni considerati comunque festivi; tra questi anche giorni di cui si è persa ormai quasi la memoria: si va dalla festa di San Giuseppe, all’Ascensione e al Corpus Domini.
L’articolo 3 definiva solennità civili, agli effetti dell’orario ridotto negli uffici pubblici e dell’imbandieramento dei pubblici edifici, le date dell’11 febbraio e del 28 settembre.
Quest’ultima ricorda l’anniversario della insurrezione popolare di Napoli, mentre il giorno 11 febbraio è quello in cui ricorre l’anniversario della stipulazione del Trattato e del Concordato con la Santa Sede.
Festività un po’ controversa, per la verità, visto che è legata ad un Trattato sottoscritto dal Governo fascista con la Città del Vaticano.
Ma, ovviamente, agli studenti di quegli anni (anche ai “sessantottini” contestatori) la festa non dispiaceva più di tanto, tutt’altro.
Tanto che quando nel 1977 venne approvata la legge 54 che modificava ampiamente la legge 260 nelle scuole non mancarono i malumori perché le nuove norme precisavano con chiarezza che le festività civili non possono comunque prevedere riduzioni di orario per studenti e insegnanti.